Sconfitta clamorosa del PD, del M5S e del loro Esponente Roberto Gravina!

 Non a caso tutto tace.

Pensavamo che trovassero il modo di asserire che comunque in un cero senso avevano vinto mantenendo alcune posizioni determinati.

Ha stravinto il candidato di Centrodestra Francesco Roberti ((FI), con oltre il 60%.

Intervistato ha dichiarato:

Si tratta di una vicenda con caratteristiche proprie. Se c’è una tendenza da registrare è il forte astensionismo che ha caratterizzato anche questo appuntamento elettorale, e che pagano di più il centrosinistra e il M5S che non il centrodestra. Su questo è sicuramente necessaria una riflessione. Apprezzo il pragmatismo della segretaria nella costruzione di questo percorso che non prevede tavoli nazionali, ma verifiche sul campo. Aggiungo che l’iniziativa politica non può che partire, in un momento come questo, da temi economici e sociali per le condizioni in cui versa il Paese“.

Ripropone apertamente i temi del suo progetto, quale Presidente della Giunta Regionale del Molise, affermando:

 Sanità pubblica, salario minimo, aumento salariale, difesa del reddito di cittadinanza, aumento dei tassi di interesse sui mutui per famiglie e imprese. Sulla difesa della sanità pubblica e sul salario minimo ci sono le condizioni per mettere insieme tutte o quasi le opposizioni, ma aggiungerei a questi temi anche quello del contrasto agli effetti determinati dall’aumento dei tassi d’interesse sui mutui che stanno impoverendo non solo le imprese, ma anche molti cittadini. Inoltre la legge scritta dal M5s aveva senza dubbio dei limiti ma affrontava in modo, a mio parere proporzionato, in termini di risorse il tema della povertà, che è uno dei motivi di scontro con la destra di governo. Contro il Reddito di Cittadinanza si sono mossi tutti coloro che sono contrari a qualunque forma di redistribuzione del reddito e chi ha visto una concorrenza del sussidio con i salari più bassi e con quelli della zona grigia. La destra lo ha attaccato per corrispondere a queste posizioni presenti nella società italiana. Aggiungo che senza un salario minimo la scelta di continuare con gli sgravi alle imprese per favorire nuove assunzioni non va ad incidere automaticamente sulla riduzione della povertà. Il 20% dei percettori del vecchio reddito erano lavoratori che, nonostante un contratto, restavano largamente sotto la soglia di povertà. Insomma, contrariamente al passato, uscire dalla disoccupazione non significa automaticamente uscire dalla povertà. Da una ricerca di due anni fa il lavoro povero riguarda quasi un quinto dei lavoratori“.

Un applauso a Francesco Roberti e l’augurio di un lavoro proficuo per il Molise!

A cura di Pier luigi Cignoli – Foto Imagoeconomica

Editorialista Pier Luigi Cignoli

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