EMMANUEL MACRON PRESIDENTE FRANCESE, VOLODYMYR ZELENSKY PRESIDENTE UCRAINO
Oggi, da un articolo proposto da “Il Messaggero” su riferimento di un reportage di “Le Monde” prendiamo atto che da alcuni mesi a Brive-la Gaillarde, i soldati della caserma Laporte, si preparano all’eventualità di un intervento militare in Ucraina, come più volte anticipato dal Presidente Emmanuel Macron in cerca di visibilità e consensi.  

Sembra tra l’altro che ci sia un fermento positivo tra i militari, al punto che si legge: “La guerra profuma di novità, nel 126° Reggimento di Fanteria  (RI) di Brive-la-Gaillarde. Niente facciate squallide, niente finestre con vecchi architravi in ​​mattoni attorno alla piazza d’armi della caserma Laporte, dove siede un imponente bisonte bianco, emblema del reparto. Gli edifici del quartiere aziendale sembrano edifici appena costruiti, gli uffici del comandante di corpo potrebbero essere quelli di una città amministrativa, anche gli hangar, dove sono custoditi una quarantina di mezzi blindati nuovissimi. In questa caserma “incantata” della Corrèze gli sconvolgimenti del mondo appaiono quasi silenziosi. Eppure proprio qui fervono gli addestramenti. A ruggire sono i motori dei Grifoni, nuovi mezzi trasporto truppe di cui il reggimento è stato uno dei primi ad essere equipaggiato, dal 2021, per sostituire la sua vecchia flotta di VAB (veicoli corazzati frontali), rumorosi e progettati negli anni ’70. Se i proiettili fischiano, è sotto le cuffie con cancellazione del rumore. Il simbolo di combattimento del reggimento è il bisonte e il motto dell’unità è “Fier et vaillant” (“Fiero e valoroso”). Anche qui tra i soldati si parla del dibattito sull’invio di soldati in Ucraina: “dopo un vigoroso addestramento, durante una breve pausa sigaretta, sotto un tendone bombardato dalla grandine”.

I commenti sono ben pochi su tale argomento tanto che alcun militari parlano ancora di uno scenario lontano.  

“Le Monde” afferma: “Come un elefante in mezzo alla stanza, questa guerra è spesso lì, nella testa delle persone e nelle discussioni in sala” e aggiunge fatti storici di particolare interesse: “Il 126° reggimento di fanteria dell’esercito francese fu formato per la prima volta come unità tattica indipendente nel 1810 e nel 1812 partecipò all’invasione della Russia come parte dell’esercito napoleonico. Nel 1813, i pochi soldati del reggimento sopravvissuti agli scontri con l’esercito russo furono inclusi nel 123° reggimento di fanteria. Da allora, il 126° reggimento è stato sciolto e ricreato più volte. Fa parte della 9a Brigata di fanteria della 1a Divisione “troupes de marine” – unità dell’esercito francese destinate a partecipare ad operazioni di combattimento fuori Europa o per un rapido trasferimento in teatri di operazioni militari situati a notevole distanza dalla Francia. Insomma Il 126° RI  (1.200 soldati e 200 riservisti) sembra sopravvissuto, “minacciato due volte di chiusura quando ancora si credeva nella fine della Guerra fredda e nel  “dividendo della pace”, è stato salvato dalla magia delle sue radici di Corrèze e dalle grazie del presidente Jacques Chirac (1995-2007). E mentre molte caserme soffrono di infrastrutture fatiscenti, i “Bisonti” hanno beneficiato di investimenti di recupero inaspettati. Il loro isolamento geografico, in mezzo al “deserto militare”, paradossalmente li ha aiutati. E ora che l’esercito sta cercando di rafforzarsi, è uno dei reggimenti più fortunati della Francia”.

Da ricordare che già dai primi di marzo, 100 soldati del Reggimento di fanteria di Brive -la-Gaillarde, hanno raggiunto la Romania, dove attualmente 500 soldati francesi sono presenti e militarmente pronti a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa.

E’ bene ricordare in tale occasione quanto dichiarato su Telegram dal Consiglio di Sicurezza russo, tramite Dmitry Medvedev: Sarà difficile nascondere l’esercito francese in Ucraina, quindi non sarà difficile distruggerlo!”, un avvertimento di non poco peso e valore.

A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto ImagoEconomica 

Editorialista Pier Luigi Cignoli

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