Aristotele è stato un filosofo, scienziato e logico greco antico, ritenuto una delle menti più universali, innovative, prolifiche e influenti di tutti i tempi, sia per la vastità che per la profondità dei suoi campi di conoscenza. Nacque a Stagira (Grecia) nel 384 avanti Cristo e morì a Euboea (Grecia) nel 322 avanti Cristo, Frequentò l’Accademia di Atene.
In questi giorni di calura, a volte si preferisce restare nella propria casa, condizionatore acceso, una limonata fresca e un libro da leggere! Proprio vivendo questa “piacevole esperienza”, ho incrociato per caso qualcosa che non conoscevo: L’Angolo della cultura – Amministratore Dott.ssa Cinzia Rigolli. Ho subito preso atto di quanto “speciale” sia questa sua presenza nel mondo della cultura e dell’arte nelle sue forme. Oltre 40.000 gli iscritti che condividono con Lei questo spazio.
Ha proposto nel suo scritto, che riprendo parola per parola, un “pensiero” di Aristotele che riguarda la vita.
A mia volta, contando sull’amicizia del Direttore Editoriale Cav. Carlo Costantini e auspicando anche sulla vostra, Vi invito a dare lettura a quanto sotto evidenziato.
Aristotele non ha mai parlato a vanvera, e se ha affermato le 11 regole per vivere felice, vuol dire che c’è una via per “l’eudemonia“. (La felicità in quanto fine ultimo assegnato agli uomini e alle loro azioni).
Sembrerà assurdo ritenere che le parole di un filosofo così antico come Aristotele possano rispecchiare le realtà accelerata del mondo che l’umanità sta vivendo, ma è proprio così: ci ha visto bene. Per quanto i tempi possano cambiare, le mentalità, le mode e le aspettative, la concezione di felicità sarà sempre cara all’essere umano. Ci sono 11 regole per avere una vita felice, se le attui con continuità lo sarai, e non solo: divulgherai il segreto per la vita migliore!
Come raggiunge una vita felice?
Cos’è l’eudemonia? Stiamo parlando della concezione di vita felice secondo Aristotele. Appunto, si tratta di vedere la vita come il risultato dell’azioni dell’uomo che vertono rispetto una condizione di benessere e prosperità elevata. Non si considera soltanto l’aspetto fisico, ma anche ciò che abita di più intimo nel cuore, nella mente, e nello spirito.
Aristotele è colui che nell’etica nicomachea si è più volte chiesto “Che uomo dovrei essere?”, domanda ben diversa dalla più comune “Cosa dovrei fare per essere felice?” Un uomo con il suo spirito non può che andare oltre la concezione dell’uomo medio, ed esplorando si è reso conto che per essere felice bisogna concentrare le risorse e le energie rispetto sé stesso. Questo si riflette sul mondo intero e di conseguenza vivere diventa davvero un’esperienza felice.
Stiamo parlando di colui che ha sempre visto l’uomo come un animale sociale, dedito alle relazioni e al gruppo, ma anche a colui che è morto a causa di una malattia allo stomaco dopo la delusione della morte di Alessandro Magno e delle ostilità percepite dalla corte macedone. Come ha fatto nonostante tutto a ritenersi felice? Ha attuato queste 11 regole.
Aristotele e le regole per la felicità, sono efficaci?
Innanzitutto quello che ci si dovrebbe domandare è se davvero si è certi di ciò che si vuole essere. Nella maggior parte dei casi la presenza della tristezza è data dal fatto che si disconosce la propria persona, così tanto da non porsi obiettivi e percepire una sensazione di grossa frustrazione. L’essere umano è fatto per esplorare il mondo e sé stesso, senza aver un percorso da attuare, senza chiedersi chi potrebbe essere, non può sapere cosa fare per essere felice. Così, secondo queste semplici 11 regole, si può stravolgere in positivo la propria vita.
L’Eudemonia consta nel vivere bene e prosperare, ma come si raggiunge? Virtuosamente. L’uomo o donna che si desidera essere, è virtuoso. Le virtù sono aspetti caratteriali e tendenze, che se attuate con continuità incarnano ottime abitudini. Gli uomini virtuosi diventano un esempio per sé stessi e gli altri, e la società risulta migliore. Sono appunto il “mezzo aureo”, regole d’oro che permettono di conquistare l’obiettivo.
Le virtù sono 11, come le regole per l’eudemonia. La prima è il Coraggio, una persona lo è davvero quando con la consapevolezza dei pericoli, combatte per i propri sogni. Segue la Tolleranza che deve essere tra l’eccesso e la penuria. Infatti, per Aristotele fa male sia l’uomo che beve troppo (non tollerante), che quello che non lo fa mai (lo è troppo), questo perché ci vuole la giusta via di mezzo. Ancora c’è la Liberalità, cioè dare agli altri più di quanto si possegga. Questo riferito appunto al fare del bene al prossimo.
Magnificenza, sapere di essere grandi e aspirare al massimo, ma senza ostentarlo.Magnanimità, essere al servizio del prossimo con bontà e non essendo vittime dell’orgoglio. Pazienza, evitare gli scatti d’ira, sfogarsi va bene, ma davanti alle avversità mostrarsi calmi e sereni, le si affronta meglio. Veridicità, l’onestà ripaga sempre, anche quando sembra impossibile e potrebbe causare guai. Tutta la verità torna al mittente.
Arguzia e Cordialità vanno a braccetto, perché constano nell’arte di stare con gli altri con vero umorismo, senza cadere nel volgare o nell’invadenza. Vergogna, capire fino a che punto ci si può spingere, senza diventare uno svergognato o uno troppo timido per agire. Ultima, ma non meno importante, c’è la Giustizia: ideale che anima tutte le cose, si agisce per il giusto.
La soluzione è applicare queste regole in base alla situazione che si sta vivendo e secondo la propria accezione morale. In questo modo si aspira all’uomo che si desidera essere, virtuoso e felice nella società in cui vive.”
Di CINZIA RIGOLLI – L’ANGOLO DELLA CULTURA.
A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto Repertorio
Editorialista Pier Luigi Cignoli

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