Oggi, in una ventosa domenica riminese, scorrendo i social ho ritrovato una “news” relativa all’indimenticabile, Christiane Felscherinov,  scrittrice e protagonista del libro (da lei scritto) e del film.”Chritiane F. – Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino (Wir Kinder vom Bahnhof Zoo) pubblicato nel 1978 dai giornalisti Kai Ermann e Horst Rieck. Trattasi della sua avvolgente biografia che descrive con particolare realismo il trasloco a sei anni dalla campagna di Amburgo al sobborgo berlinese di Gropiusstadt, la sua l’infanzia difficile, il padre violento e la separazione dei suoi genitori, l’iniziazione alle droghe dapprima in un oratorio protestante, poi nella discoteca berlinese Sound, i primi innamoramenti, le prime amicizie e la caduta nel tunnel della tossicodipendenza e della prostituzione.
Ho deciso così di fare una sintesi “storica” di questo evento carico di umanità, sofferenza e dolore, che all’epoca fece eco in tutto il mondo.
La storia:

Durante una loro ricerca sul mondo della droga e sulla prostituzione, il 7 febbraio 1978 i giornalisti del settimanale “Stern” Hermann e Rieck e il fotografo Jurgen Schneck stavano assistendo, presso il tribunale del distretto di Moabit di Berlino, ad un processo (che era partito con un procedimento d’accusa depositato nel luglio del 1977) contro Heinz W., un rappresentante di commercio di 55 anni. L’uomo aveva pagato con dosi di eroina i servizi sessuali di alcune prostitute adolescenti, tra le quali appunto la quindicenne Christiane Vera Felscherinow e una sua amica, la quattordicenne Babette Tatjana Döge (entrambe imputate e testimoni nello stesso processo che si è concluso nel giugno del 1978 con la condanna per detenzione di droga e ricettazione, condanna sospesa con la condizionale in quanto i giudici riconobbero come attenuanti l’incensuratezza e la minore età delle ragazze.

Horst Rieck chiese un’intervista a Christiane Felscherinov, presente in aula quel giorno. Il pomeriggio, inizialmente previsto per l’intervista nell’appartamento di Berlino di quest’ultimo, si trasformò in due mesi di assiduo lavoro.

Le trascrizioni delle registrazioni delle interviste, pubblicate a puntate sul settimanale, diedero vita al libro “Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino”, uscito in Germania nello stesso anno. Il libro destò molto scalpore per via della giovanissima età dei protagonisti coinvolti nella tossicodipendenza e nella prostituzione ma contribuì a rendere Christiane famosa in tutto il mondo.

In Italia venne pubblicato nel 1981 dalla casa editrice Rizzoli con la traduzione della giornalista Roberta Tatafiore. Al contempo, nella traduzione del titolo, pone un riuscitissimo accostamento tra la locazione, la stazione nei pressi del giardino zoologico, e la metafora del serraglio, luogo di concentrazione delle decine e decine di sventurati privi di una via di uscita. Il libro, tradotto in molte lingue diventò un controverso simbolo per la generazione che più di tutte fu vittima dell’eroina.

Nel 1981 ne fu tratto il film, regia di Uli Edel, : “Christiane F. – Noi i ragazzi dello zoo di Berlino” (Christiane F. – Wir Kinder vom Bahnhof Zoo), e la colonna sonora di David Bowie, che si rivelò essere uno dei maggiori successi cinematografici di quell’anno consacrando ancora di più Christiane Vera Felscherinov, alla notorietà globale.

In un’intervista del 2013, Kai Hermann ha affermato che, prima della sua pubblicazione, il testo originale del libro è stato modificato all’insaputa sua e di Horst Rieck, cancellando i passaggi considerati troppo drastici (anche se importanti, come ad esempio una scena decisiva per l’uscita di Christiane Felscherinov dall’ambiente della droga, ossia lo stupro subito da parte di diversi uomini).

A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto Repertorio

 

Editorialista Pier Luigi Cignoli

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