Ho saputo la notizia il lunedì mattina quando un mio giornalista mi ha scritto. Ma era lo stesso che me l’aveva detto anche due anni fa, così ho sperato che non fosse vero”. Così Urbano Cairo, presidente di Rcs e imprenditore che ha cominciato la sua carriera come assistente personale di Silvio Berlusconi, ha ricordato la scomparsa del tycoon dei media e leader politico, nonché suo modello.

Cairo l’ha fatto in un incontro a Manhattan, in un circolo esclusivo a Park Avenue, organizzato dal Gruppo Esponenti Italiani, che da decenni organizza a New York incontri con personalità italiane. Cairo è in Usa per una serie di meeting di alto livello con i grossi gruppi editoriali americani, oggi vedrà il New York Times, ma il suo nome resta legato al dibattito politico e imprenditoriale italiano.

Cairo ha escluso l’acquisizione di Mediaset, definita “non contendibile”, escluso anche una sua discesa in campo (“devo pensare al mio gruppo a cui sono legate diecimila famiglie, la politica mi piace ma non voglio farla”).

Non vede “cambiamenti particolari” nel quadro politico, dopo la scomparsa di Berlusconi. E ha invitato a “lasciare lavorare il governo” di Giorgia Meloni, di cui dice “sta lavorando bene” e a cui lancia un assist, dopo le frizioni con la sua emittente, La7. “Siamo disposti – ha detto Cairo – a ospitare i ministri del suo governo per ampliare il dibattito politico e dare voce a tutti”.

A cura di Elisabetta Turci – Foto Imagoeconomica

 

 

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui