Veronica Lario rivendica l’assegno di 1,4 milioni dopo che il Tribunale di Monza in sede di divorzio con Silvio Berlusconi le aveva concesso l’assegno milionario e poi revocato dalla Corte d’appello di Milano.
L’assegno ‘conteso’ da 1,4 milioni di euro mensili tra Veronica Lario e Silvio Berlusconi potrebbe finire sul tavolo della Corte Suprema. È scritto nell’atto di impugnazione in Cassazione delle ex signora Berlusconi, la difesa “confida nell’accoglimento del presente ricorso” altrimenti chiede, a differenza di quanto accaduto per la cosiddetta sentenza Grilli (quella che ha sostenuto che in certi casi il mantenimento del tenore di vita precedente il divorzio non è più un diritto), che la decisione “venga rimessa” alle Sezioni Unite della suprema Corte.
Una sentenza che non è piaciuta alla Lario, che ha deciso di ricorrere con le seguenti motivazioni: il suo contributo alla “conduzione familiare” con la “rinuncia” alla carriera d’attrice per dedicarsi “all’educazione dei tre figli” consentendo a Silvio Berlusconi di “costruirsi un’immagine di capo di una famiglia felice, largamente sfruttata nella propria vita politica”, e la “durata del matrimonio trentennale”, vent’anni di vita coniugale e dieci di convivenza durante la quale sono nati Barbara, Eleonora e Luigi.
È questo uno dei passaggi finali del ricorso con cui la ex first lady, tramite il suo avvocato, Cristina Morelli, chiede alla Cassazione di azzerare il provvedimento, per lei “surreale e iniquo”, con cui i giudici di secondo grado, applicando anche la cosiddetta ‘sentenza Grilli’, le hanno cancellato il maxi appannaggio mensile a partire dal marzo 2014, costringendola a restituire al leader di Forza Italia, assistito dall’avvocato Pier Filippo Giuggioli, circa 45 milioni.