FRANCESCO SILVESTRI POLITICO

Amici lettori, come ormai sostengo da tempo, le due parole “fascismo e antifascismo” provocano un orgasmo celebrale sia al PD che ai Radical Chic, ai quali però dobbiamo aggiungere il Movimento 5 Stelle, in merito alla tempistica “veloce” usata per l’approvazione della manovra da parte del Governo Meloni.

Ci troviamo di fronte ad una vera e propria gara tra PD e M5S! 

Il Capogruppo dei Cinque Stelle alla Camera, Francesco Silvestri, dichiara: “Siamo davanti ad una manovra blindata che mortifica il Parlamento, lo manda in soffitta evocando un provvedimento del Ventennio, precisamente del 1925, che disponeva il consenso del governo per porre in votazione gli emendamenti di spesa. A questo punto viene da chiedersi se arriveremo all’adozione di un altro provvedimento del PERIODO FASCISTA per il quale ogni argomento da trattare in Parlamento debba avere il previo consenso del Capo del governo.”

 I “soloni” delle opposizioni nel frattempo si incontrano per verificare e stabilire le norme per un comune percorso sulla sanità e sulla riforma della prescrizione, che dovrebbe annullare le norme definite dell’ex Guardasigilli grillino Alfonso Bonafede.

Per la cronaca e al fine della correttezza, è opportuno ricordare alcuni fatti che riguardano proprio il Movimento 5 Stelle nel loro passato in merito all’approvazione della Finanziaria. I pentastellati, allora componenti della maggioranza, non hanno mai battuto ciglio di fronte a iter accelerati e leggi di bilancio blindate, come nella manovra del 2022, varata alla fine del 2021 dal governo Draghi. La legge di bilancio fu approvata alla Camera un giorno prima della vigilia di Capodanno, finalizzata ad evitare l’esercizio provvisorio, che sarebbe scattato alla fine dell’anno. Fatto determinate in quanto ha portato il testo ad essere “intoccabile” a Montecitorio a seguito del via libero dato del Senato. L’allora Capogruppo del M5S alla Camera, Davide Crippa, dopo aver “accettato” la manovra, asserì: “una sola lettura effettiva indebolisce le prerogative del Parlamento.” Ma la stessa “situazione” si verificò per la manovra del 2021, approvata dal 2do Governo Conte sul finire del 2020, in merito al testo discusso al Senato per sole 48 ore. Non ci fu protesta alcuna! Anche nel 2019 e nel 2018 le “manovre” dell’allora Premier Giuseppe Conte arrivarono “blindate” in Parlamento ma nessuno lo accusò di “fascismo.

A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto ImagoEconomica 

Editorialista Pier Luigi Cignoli

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