Valerio Veronese, l’anima dei Camaleonti: “Abbiamo scelto la libertà dell’anima. Come Harry e Meghan”

A colloquio con il cuore romantico di una delle band più longeve d’Italia. Tra scelte coraggiose, cambiamento e coerenza.

In un tempo in cui tutto corre e si trasforma con frenesia, incontrare un artista come Valerio Veronese è come aprire una finestra su un altro modo di vivere e di pensare: più lento, profondo, fedele ai valori. Dal 1985 voce e chitarra dei Camaleonti, gruppo storico della musica italiana, Veronese è oggi più che mai il cuore pulsante di una band che ha saputo attraversare le epoche senza mai perdere la propria anima.

Abbiamo parlato con lui non solo dei nuovi progetti musicali della band, ma anche di una delle storie contemporanee più emblematiche: quella di Harry e Meghan, la coppia reale che ha scelto la libertà personale sopra ogni protocollo. Un parallelo inaspettato? Forse no. Perché anche nella musica, come nella vita, scegliere sé stessi è un atto di coraggio.

“I Camaleonti, per me, non sono solo una carriera. Sono una scelta quotidiana di bellezza. E finché ci sarà qualcuno disposto ad ascoltare davvero, a commuoversi, a cantare con noi, io so che questa storia – la nostra storia – avrà ancora una voce”, Valerio Veronese.

Una band in continua evoluzione

Oggi i Camaleonti si presentano con una formazione affiatata che unisce esperienza e nuove energie:

Valerio Veronese, chitarre e voce dal 1985

Massimo Di Rocco, batteria dal 2009

Rocco Gerboni, basso e voce dal 2023

Giuseppe Di Pierro, tastiere e voce dal 2024

Una squadra coesa, viva, guidata da una visione comune: portare avanti una storia musicale che ha segnato l’Italia degli anni ’60 e ’70, ma che continua ancora oggi a emozionare platee intere.

“Questa band è una casa, una scuola, una famiglia. Abbiamo vissuto gioie, fatiche, addii, nuovi inizi. Ma in ogni fase della nostra storia c’è sempre stato un filo invisibile che ci ha tenuti uniti: la fedeltà alla nostra anima artistica e umana. Non è nostalgia. È presenza. È fedeltà alla poesia delle piccole cose, a quel romanticismo autentico che non ha nulla di debole, ma che resiste a tutto. Anche al tempo”, Valerio Veronese.

Intervista – esclusiva – a Valerio Veronese

Valerio, partiamo da una vicenda che ha diviso il mondo: Harry e Meghan hanno scelto di allontanarsi dalla famiglia reale per vivere una vita autentica. Cosa pensa di questa scelta, come uomo e come artista?
“Credo sia stata una decisione di grande coraggio. Hanno scelto la libertà personale, affettiva, identitaria. Quando si sceglie con il cuore, si va incontro a sacrifici, ma si resta fedeli a sé stessi. E questa è la vera conquista. È qualcosa che sento profondamente, anche nella mia esperienza con i Camaleonti: restare fedeli a ciò in cui credi, anche quando il mondo ti offre strade più facili”.

I Camaleonti, nel loro percorso, hanno compiuto scelte spesso controcorrente. Quanto è difficile rimanere fedeli a sé stessi in un ambiente competitivo come quello musicale?
“È una lotta costante. Il mercato ti spinge a inseguire il successo veloce, la hit del momento. Ma noi abbiamo sempre scelto l’autenticità, la qualità, l’emozione vera. Come Harry e Meghan, abbiamo rifiutato certi ‘palazzi dorati’ in favore della verità interiore. E questo, anche se meno visibile, è il premio più grande”.

Proprio come i Sussex hanno denunciato la sensazione di sentirsi ‘invisibili’ pur essendo sotto i riflettori, anche la musica romantica rischia oggi di essere marginalizzata. Lei si è mai sentito così?
“Sì, a volte capita. Quando il mondo urla, chi sussurra con l’anima rischia di non essere ascoltato. Ma c’è un pubblico silenzioso, profondo, che sa riconoscere la verità. Non abbiamo mai rincorso i riflettori. Abbiamo scelto di essere visti davvero, da chi ascolta con il cuore”.

La vostra musica ha segnato intere generazioni. Ma oggi, in un’epoca dominata da velocità e consumo, che ruolo gioca questo legame con il pubblico?
“È un dono. E anche una responsabilità. Ogni concerto è un atto d’amore verso chi ci ha accompagnato nella vita. Sappiamo di essere parte della memoria collettiva. Ma non ci basta vivere di ricordi: vogliamo ancora emozionare, raccontare, commuovere”.

E con i giovani? Avete trovato un ponte generazionale?
“Assolutamente sì. Non cerchiamo di essere moderni a tutti i costi. Cerchiamo di essere autentici. E i giovani lo sentono. Quando vedo ragazzi cantare ‘L’ora dell’amore’ con le lacrime agli occhi, capisco che la verità non ha età”.

Harry ha spesso dichiarato di voler proteggere la sua famiglia a ogni costo. Anche i Camaleonti sembrano una famiglia, più che una band. Cos’è per lei ‘proteggere’ in musica?
“È preservare uno spazio sacro. Proteggere la nostra identità, i valori, la bellezza delle emozioni. La musica è casa. E come ogni casa, ha bisogno di cura, di rispetto. Ogni nota che suoniamo è un atto di protezione di ciò che siamo stati e vogliamo continuare a essere”.

La nuova formazione è molto affiatata. Qual è l’equilibrio oggi all’interno del gruppo?
“Abbiamo trovato una sintonia bella, vera. Le differenze tra noi non ci dividono, ci arricchiscono. Massimo, Rocco e Giuseppe sono musicisti straordinari, ma prima ancora, persone con cui è bello condividere la vita. Questo è il segreto: non solo suonare insieme, ma vivere insieme il progetto”.

Il nome Camaleonti richiama l’idea di cambiamento. Come si cambia restando sé stessi?
“Come un vero camaleonte: adattandosi fuori, ma restando fedeli dentro. Noi siamo cambiati nei suoni, nelle formazioni, ma mai nei valori. Proprio come Harry e Meghan, che hanno lasciato una corona, ma non la loro essenza. Cambiare non vuol dire tradire. Vuol dire evolversi con consapevolezza”.

Il romanticismo è ancora la vostra cifra?
“Sì, ma non quello melenso. Il nostro è uno sguardo emotivo sul mondo. È la capacità di sentire, di commuoversi, di raccontare l’amore in tutte le sue sfumature. È questo che ci rende ancora attuali”.

C’è un brano che rappresenta la vostra anima più di altri?
“‘L’ora dell’amore’ è sicuramente il nostro marchio. Ma ogni canzone, anche la meno conosciuta, ha una sua anima. E tutte raccontano un pezzo del nostro viaggio”.

Progetti futuri?
“Stiamo lavorando a brani inediti e nuove collaborazioni. Non siamo una nostalgia in movimento. Siamo un progetto vivo, che vuole ancora dire qualcosa al presente”.

“I Camaleonti non sono solo una band. Sono un viaggio. Un percorso iniziato molto prima che io ne facessi parte, ma che ho scelto di abbracciare con tutto me stesso dal primo giorno in cui ho imbracciato la chitarra accanto a loro. Entrare nei Camaleonti nel 1985 non è stato solo un passo professionale: è stato un atto d’amore, un atto di fiducia verso un’idea di musica che mette al centro le persone, le emozioni, la verità”, Valerio Veronese.

Un messaggio a chi oggi inizia un percorso artistico o personale?
“Siate sinceri. Anche quando costa. Anche quando fa paura. Scegliete la vostra verità. Coltivate le relazioni vere. L’amicizia, nella vita e nella musica, è la melodia più forte”.

“Quello che mi colpisce ancora oggi è come il nostro nome, Camaleonti, non significhi trasformismo vuoto, ma capacità di attraversare il tempo senza smarrire l’identità. In un mondo che cambia, ci siamo adattati con rispetto, senza rincorrere le mode, ma cercando sempre un senso più profondo nelle parole e nelle note. Non abbiamo mai cercato di piacere a tutti: abbiamo cercato di restare sinceri. E questo, alla lunga, è ciò che il pubblico sente. E ama”, Valerio Veronese.

La ringrazio davvero, Valerio, per questa conversazione così sincera e ricca di emozioni. È stato un privilegio ascoltare la sua voce e la storia dei Camaleonti da così vicino.
“Grazie a lei per l’attenzione e la sensibilità con cui ha raccolto le mie, nostre parole. È bello sapere che la nostra musica e il nostro percorso possano ancora parlare al cuore delle persone. Ci vediamo presto… sotto il palco!”.

In un’epoca in cui autenticità e coerenza sembrano diventati valori rari, Valerio Veronese ci restituisce l’immagine di un artista che non ha mai avuto bisogno di forzature per restare attuale. Come Harry e Meghan, anche i Camaleonti hanno compiuto scelte controcorrente, a volte scomode, ma sempre profondamente sincere.

E forse è proprio questo il segreto di una longevità artistica che non invecchia: restare fedeli all’anima, pur attraversando le stagioni della vita e della musica.
Oggi, più che mai, il loro messaggio risuona chiaro: cambiare si può, senza smettere di essere sé stessi.

A cura di Ilaria Solazzo Editorialista –
Foto Redazione

Editorialista Ilaria Solazzo

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