La Chiesa deve essere un leader mondiale che parli a tutti.
Viviamo un momento storico attraversato da profonde trasformazioni: la globalizzazione, il progresso tecnologico, l’individualismo crescente e il relativismo etico hanno ridisegnato il volto delle società contemporanee. In questo contesto, la religione sembra spesso relegata ai margini, la Chiesa appare in crisi, e molti si interrogano sul suo ruolo. Eppure, proprio oggi, la Chiesa ha l’opportunità — e forse il dovere — di proporsi come una guida spirituale e morale globale, capace di parlare a tutti, credenti e non credenti, con profondità, autenticità e coraggio. La crisi della religione tradizionale in Occidente è evidente: calo della pratica religiosa, svuotamento delle chiese, perdita di credibilità dovuta anche a scandali interni. Tuttavia, questa crisi può essere letta non solo come declino, ma come occasione di rinnovamento. In un mondo che cerca senso, pace, giustizia e sostenibilità, la Chiesa può offrire una parola profonda, non ideologica, radicata nel Vangelo e capace di dialogare con le grandi questioni del nostro tempo: la giustizia sociale, la cura del creato, l’accoglienza dei migranti, la dignità della persona umana. Papa Francesco, ad esempio, ha mostrato come la voce della Chiesa possa ancora toccare le coscienze del mondo, parlando un linguaggio universale, fatto di compassione, inclusione, solidarietà. Il suo magistero si è rivolto non solo ai cattolici, ma all’intera umanità, come nel caso dell’enciclica Laudato si’, dove la difesa dell’ambiente è vista come espressione della fede e come dovere verso le future generazioni. In un tempo “senza religione”, in cui molti non si riconoscono in una fede istituzionale ma sentono ancora fame di spiritualità, la Chiesa può riscoprire il suo ruolo profetico: non un potere, ma una voce; non un’istituzione chiusa in se stessa, ma una comunità aperta, capace di mettersi in ascolto e di camminare con l’umanità, specialmente con i più fragili. La Chiesa non deve cercare di dominare, ma di servire: solo così potrà tornare ad essere un vero leader morale e spirituale nel mondo. Non con il potere, ma con l’autorevolezza che nasce dalla coerenza, dall’umiltà e dalla profondità del messaggio evangelico. In un’epoca che sembra smarrire i riferimenti, la Chiesa può e deve parlare a tutti — in modo universale e profondo — per testimoniare che il senso, la giustizia e la speranza non sono scomparse, ma abitano ancora il cuore dell’uomo.
A cura di Paolo Gabellini – Foto ImagoEconomica