Erich Fromm (1900–1980) è stato uno dei più lucidi e profondi pensatori del Novecento, un uomo che seppe unire filosofia, psicoanalisi e una visione etica della vita in un’epoca segnata da guerre, totalitarismi e trasformazioni sociali radicali. La sua opera non fu mai solo “teoria”: Fromm scriveva e parlava per trasformare il cuore e la mente delle persone, con un’attenzione costante alla dignità umana, alla libertà autentica e alla capacità di amare.

Nato a Francoforte sul Meno, di origine ebraica, Fromm era convinto che l’essere umano fosse anche un prodotto della storia, della cultura e delle relazioni sociali. Fromm partiva da una domanda centrale: Come può l’essere umano vivere in libertà senza sentirsi isolato e perso? Nella sua analisi, l’uomo moderno, emancipato dalle vecchie autorità religiose e tradizionali, rischiava di cadere in nuove forme di schiavitù, più sottili e interiori. Libertà e fuga dalla libertà: Nel suo celebre libro Fuga dalla libertà (1941), Fromm analizzò come, di fronte alla vertigine della libertà, molte persone cerchino rifugio in: Autoritarismo (sottomettersi a un leader forte) Conformismo (adattarsi alla massa) Distruttività (annientare ciò che spaventa).

Per Fromm, la vera libertà non era “fare ciò che si vuole” ma essere se stessi in modo responsabile, in un equilibrio tra autonomia e legami umani.
L’arte di amare: Forse la sua opera più amata. Fromm vedeva l’amore come un’arte, non come un’emozione passeggera o un colpo di fortuna. Amare, per lui, richiede disciplina, conoscenza, pazienza e volontà. Per Fromm, l’amore era un atto di volontà e impegno, non una semplice emozione. Senza la capacità di amare, la libertà si svuota e la vita si impoverisce.

Società e alienazione: Influenzato da Marx ma mai dogmatico, Fromm vide come il capitalismo moderno producesse individui alienati, ridotti a consumatori e ingranaggi del sistema. Denunciò la “sindrome di mercato”, in cui persino noi stessi ci vendiamo come “prodotti” in cerca di approvazione e successo. La sua visione era radicale: per vivere pienamente, bisogna passare dall’avere all’essere — dal possesso e consumo alla creatività, condivisione e crescita interiore.

Etica e speranza: Negli ultimi scritti, Fromm insistette sul concetto di “umanesimo radicale”: una filosofia centrata sulla potenzialità di ogni persona di sviluppare ragione, amore e creatività. Era profondamente preoccupato per il futuro dell’umanità, minacciata sia dalla distruzione nucleare sia dalla disumanizzazione tecnologica. Eppure, nonostante le sue critiche, rimase un uomo di speranza attiva, convinto che il cambiamento fosse possibile se ciascuno sceglieva di vivere con responsabilità e amore.

L’eredità di Fromm:Fromm ci lascia un messaggio che oggi è forse ancora più attuale di quanto lo fosse nel suo tempo: La libertà senza amore conduce alla solitudine. L’amore senza libertà diventa possesso.Il vero cambiamento comincia dall’interno, ma si manifesta nelle relazioni e nella società.In un’epoca di iperconnessione digitale e crisi di senso, la sua voce ci ricorda che “l’essere umano può nascere pienamente solo quando impara ad amare in modo maturo” e che la felicità non è il frutto del possesso, ma della pienezza dell’essere.

A cura di Paolo Gabellini – Foto Repertorio

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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