Notte di San Lorenzo

È agosto, e il cielo respira piano sopra i campi addormentati.L’aria porta odore di fieno e di mare lontano, mentre il buio si accende di scintille erranti.

Cadono le stelle, come lacrime dell’universo che scivolano giù dal volto invisibile del tempo. Ognuna ha un nome che non conosciamo,una storia antica che si spegne in un battito d’occhi.C’è chi le guarda con stupore,chi affida loro un desiderio,chi le teme come segni misteriosi scritti in un alfabeto di fuoco. Io resto in silenzio. Ogni scia mi pare un ponte tra ciò che sono stato e ciò che sarò,tra chi ho amato e chi ho perduto. E mi sembra che anche i ricordi abbiano la leggerezza delle stelle cadenti: belli, luminosi, ma destinati a svanire se non li custodisci nel cuore. Questa notte è una soglia. Sento il respiro del cosmo come un coro sommesso di voci lontane. Ogni luce che muore illumina per un attimo l’anima e mi ricorda che nulla è davvero perduto,ma trasformato. E così, mentre le stelle cadono, non chiedo nulla, non prego per ricevere,ma per ringraziare.Ringrazio per la bellezza che si mostra e si dissolve,per i volti che ho incontrato,per i giorni in cui ho saputo amare senza misura. E so che, da qualche parte, qualcuno alza gli occhi al cielo nello stesso momento, vede la stessa scia e sorride. Allora comprendo: non è la stella che cade, è la nostra anima che per un istante si ricorda di appartenere alla luce.

A cura di Paolo Gabellini – Foto ImagoEconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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