Come riportato oggi dalla “Gazzetta del Sud” – (redazione di web@gazzettadelsud.it) viene evidenziata una notizia che crea e creerà sicuramente dubbi, incertezze, approvazioni e dinieghi.
Vasile Frumuzache, accusato degli omicidi di due prostitute una a Prato e l’altra a Montecatini, è stato vittima di una feroce aggressione in carcere da un parente della donna scomparsa e uccisa nel 2024, Ana Maria Andrei.
Il delitto della donna è stato confessato spontaneamente dal “presunto assassino” ieri, durante l’interrogatorio da patre degli inquirenti.
La notizia è stata resa pubblica dalla stessa Procura di Prato, che tra l’altro ha aperto un procedimento penale nei confronti dell’aggressore che ha tirato olio bollente sul volto di Vasile.
Data la gravità delle ustioni è stato urgentemente ricoverato al pronto soccorso dell’ospedale di Prato, accompagnato dall’ambulanza del 118.
Ricordiamo che l’atto si è consumato presso la Casa circondariale pretese intorno alle 10,00.
Il Procuratore addetto, Luca Tescaroli, ha dichiarato: “L’autore dell’aggressione ha potuto agire indisturbato senza alcun controllo. Il fatto è di particolare gravità, perché ogni persona, anche se in ipotesi di gravi crimini, ha il preciso diritto di essere tutelata, trattata con umanità e rispettata come essere umano”.
Certo non si può negare l’evidenza del fatto né porre in discussione quanto stabilisce la legge ma una domanda viene legittima difronte alla morte di due giovani donne, assassinate con crudeltà: “Ma loro da CHI sono state tutelate e rispettate?
Chi doveva farlo dov’era? Che crimine avevano commesso per essere private della vita? La legge per loro non ha avuto nessun valore, la legge per loro non c’è stata”. Cosi, mentre il “presunto assassino”, tra pochi anni, tonerà libero e magari ucciderà ancora, le due donne non torneranno a vivere e la “GIUSTIZIA” si sarà totalmente dimenticata di loro, perché questa è la vergogna di leggi buoniste e di una falsa democrazia.
A cura di Pier Luigi Cignoli editorialista – Foto Imagoeconomica