Il Fentanyl, noto anche come fentanil o fentanile, è un “analgesico”, appartenente alla classe delle 4-anilidopiperidine, oppioide prodotto da sintesi chimica. Trattasi di un agonista forte del “recettore-μ per gli oppioidi; per contrastare i suoi effetti viene utilizzato il naloxone o il suboxone. 
E’ circa 100 volte più potente della morfina: 100μdi fentanyl equivalgono in attività analgesica approssimativamente a 2 – 5 mg di eroina e 125 mg di petidina, con una rapida insorgenza e breve durata d’azione.
Il farmaco, che ha una LD59 di 3,1 mg/kg nei ratti e una LD50 di 0,03 mg/kg nelle scimmie, storicamente è stato utilizzato per trattare il dolore cronico ed è comunemente usato come anestetico prima di interventi chirurgici o manovre invasive. I principali nomi commerciali del fentanil sono Dogetic, Sublimaze, Actiq, Durogesic, Duragesic, Fentanest, Effentora, Onsolis, Instanyl, Abstral e Vellofent.
Il fentanyl rappresenta tuttora la droga più mortale al mondo, da quando ha superato l’eroina nel 2018. Infatti rappresenta la maggiore causa di overdose al mondo, ed ha un effetto dalle 30 alle 50 volte superiore all’eroina.
Il fentanyl è una delle droghe più acquistate sul mercato clandestino delle droghe nel “dark web”. La droga è acquistata prevalentemente in Cina, dove si situa il maggior numero di fornitori di oppioidi sintetici. Infatti, la principale fonte di produzione di fentanyl al mondo è l’Asia. Tuttavia, la patria che ha vissuto la più lunga “epidemia” di fentanyl al mondo è l’Estonia, soprattutto a seguito al divieto imposto dai talebani della coltivazione del papavero da oppio in Afghanistan.
Dal 2011 in poi, negli USA si è sviluppata una vera e propria “epidemia di fentanyl”, che ha portato a oltre 100mila decessi (di cui 71.238 decessi solo nel 2021 e alla creazione delle cosiddette “zombieland” (non a caso il fentanyl è chiamato la droga degli zombi). A Chicago e ad Atlanta, dove il problema è in proporzioni più gravi, il fentanyl è la causa dell’81% delle morti per overdose di farmaci. Lo stesso vale per il Bronx, borough più povero di New York, in cui le morti si riscontrano soprattutto nella popolazione afro-americana, la più disagiata, che è passata da 52 a 62 decessi ogni 100mila persone. Infatti le autorità sanitarie USA ritengono che ci sia uno stretto legame tra la povertà di un quartiere e l’abuso di oppioidi. Nelle zone in cui sono presenti molti “senzatetto”, infatti, gli episodi di overdose sono aumentati del 21%.
Le autorità stimano che, in seguito alle restrizioni sulle prescrizioni di oppioidi, nel 2015 l’assunzione di fentanyl e altre simili droghe abbia causato 9.580 morti soltanto negli Stati Uniti, un aumento del 73% rispetto al 2014. Si stima inoltre che il numero di morti si aggiri sui 59.000 nel 2016 e di 120.000 in due anni (2017-2018), mentre nel 2010 le morti per overdose da oppioidi erano 21.088; dopo le varie accuse contro i farmaci oppioidi, specialmente OxyContin (ossicodone cloridrato), e la riduzione significativa delle prescrizioni, le morti sono drasticamente aumentate; inoltre molti pazienti con dolore hanno accusato un sotto trattamento terapeutico.
Si valuta che circa il 70% delle morti per overdose negli USA nel 2021 (107.622, record assoluto e +15% sul 2020) siano state causate da fentanyl. La tendenza è confermata dal periodo marzo 2022 – marzo 2023, che vede un aumento a 111.355 morti di overdose, con una responsabilità del fentanyl che rimane del 70%.
Parliamo pertanto di numeri impressionanti e ringraziamo che in Italia l’uso di tale droga è ancora assai limitato, ma in evoluzione dato il suo basso costo, si parla di 5/6 Euro per ogni pillola (normalmente di colore azzurro).
Ma cosa viene fatto veramente per frenare l’evolversi del consumo di droghe e oppioidi? A giudicare dai risultati poco o niente! Se poi pensiamo che la sinistra (non solo quella nazionale) e i radical chic sono propensi alla libera commercializzazione delle droghe “cosiddette leggere”, cha altro non sono che l’anticamera di droghe più costose e più efficaci (cocaina ecc.), che organizzano manifestazioni e opposizioni alle leggi del Governo ben poco abbiamo da sperare. E poi dovremmo superare anche l’ostacolo della “giustizia”. I Pusher ormai presenti ovunque vendono di tutto e di più ma anche se qualcuno viene arrestato e poi rilasciato dopo tempi “brevissimi” a volte anche poche ore dopo il fermo, nella peggiore delle ipotesi i “grandi distributori” lo rimpiazzano nell’immediatezza. E uno dei “commerci” più lucrosi al mondo e sembra ormai superare abbondantemente la prostituzione e la vendita delle armi! Ben sappiamo che dietro a tali “attività illecite” primeggiano la corruzione, le tangenti e spessi libri paga dove figurano anche personaggi di rilievo.
Una considerazione dovremmo farla: La pena di morte in Italia è stata in vigore fino al 1889, con l’eccezione soltanto dell’ex Granducato di Toscana che riuscì a conservare la vigenza della legislazione abolizionista precedente all’unità. La pena di morte fu poi reintrodotta sotto il fascismo dal 1926 al 1948 quando, in forza dell’art. 27 della Costituzione, entrata in vigore dal 1° di gennaio, essa venne esclusa «se non nei casi previsti dalle leggi militari di guerra». Rimase quindi contemplata nel codice penale militare di guerra, dal quale fu eliminata e sostituita dall’ergastolo nel 1994. Nel 2007, con legge di revisione costituzionale, si è eliminato dalla Costituzione il riferimento alle possibili eccezioni relative alle leggi militari. Ma …. ma è poi così vero? I venditori di droga con la loro attività illecita vendono “MORTE”, ovvero condannano a morte i consumatori più o meno consci del pericolo che corrono nell’ingoiare tali veleni eppure loro non corrono tale pericolo, per loro non esiste la stessa regola, forse tutelati dal buonismo, dal perbenismo o da una falsa democrazia che si trincera dietro regole di “convenienza” o da reali interessi economici personali!
A cura di Pier Luigi Cignoli editorialista – Foto Repertorio 
Editorialista Pier Luigi Cignoli

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