Il Sindaco della city per eccellenza, Beppe Sala, ovviamente figura emergente del PD, nella diretta “Cose in Comune” in merito al mese del Pride, che ha iniziato il suo percorso ieri e si completerà con una “storica manifestazione”, ovvero il corteo trionfale arcobaleno con partenza dalla Stazione Centrale e arrivo all’Arco della Pace il 29 giugno p.v., ha dichiarato con fermezza: “Vi prometto un Rainbow Center come in altre città internazionali, un centro servizi, spazio eventi e dove troverà posto lo storico archivio dell’Arcigay milanese, ci stiamo lavorando”. – “Salirò come sempre sul palco per ribadire con forza la nostra vicinanza, come Comune e come uomo”. – “Ci saranno eventi come le Pride Square, per tre giorni dal 26 al 28 giugno in piazza Santa Francesca Romana, in largo Bellintani e in piazza Lavater, siti aperti a dibattiti e incontri sul tema Lgbtq+ a cui invito a partecipare anche le famiglie e i nonni con i bimbi. Non è un problema di indirizzare la cultura dei nostri bambini ma far conoscere loro certe tematiche nella loro complessità, è utile per rendersi più conto dei temi che trattiamo“.
Non sono poi mancate, da parte sua, le recriminazioni nei confronti della Regione Lombardia per il mancato “patrocino” al pride e non a caso ha sottolineato: “Dal 2011 il centrosinistra in Comune concede il patrocinio, la Regione un’altra volta ha perso un’occasione e spero sia l’ultima. É una scelta ideologica e non pratica, patrocinare non significa fare una dichiarazione giurata in cui si dice condivido pienamente tutto quello che queste comunità dicono e fanno ma fare un atto di sensibilità. Noi crediamo di stare con fermezza con chi difende i diritti umani nella loro complessità“.
Christian Garavaglia, capogruppo regionale di Fratelli d’Italia, ha immediatamente replicato a tale messaggio opportunista e di parte, affermando: “Noi siamo per la lotta alla discriminazione in ogni sua forma, lo sosteniamo con convinzione, ma proprio le manifestazioni come il Pride hanno più volte dimostrato di offendere e insultare chi ha opinioni diverse dalla loro. E le logiche divisive non appartengono a Regione“.
Beppe Sala, non si dà per vinto e da seguace del “gender fluid”, unica proposta innovativa di un PD morente, replica citando la “Costituzione” al fine di tutelare i diritti gay e riprende il tema contro l’interruzione delle trascrizioni dei figli nati all’estero da coppie omo imposto dal governo con una circolare ministeriale ai Prefetti.
Ricordiamo, per la cronaca che Sala approfittando di “un vuoto legislativo”, nel 2022, aveva ripreso le registrazioni indicando i due genitori. La sua dichiarazione: “C’è un’apparente follia legislativa perché se due mamme partoriscono in Italia si registra solo la madre biologica, se i bimbi nascono all’estero si trascrivono tutte e due perché lo dice il diritto europeo. Ma noi continueremo a batterci”.
Si è poi auto-elogiato, cosa che fa spesso, asserendo: “Milano è la prima città italiana in ambito internazionale che ha accolto in modo strutturale la comunità Lgbt+, passando il messaggio che non devono avere difficoltà a inserirsi sia socialmente che professionalmente. E non possiamo non riconoscere che Milano ha sviluppato interi sistemi economici e professionali che sono un fiore all’occhiello del Paese in cui queste comunità trovano gratificazione, mi riferisco alla moda e alla creatività. Lo sviluppo che questi settori hanno avuto non si sarebbe potuto realizzare senza il contributo fondamentale della comunità gay”.

A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto ImagoEconomica