BASILICA DI SAN PIETRO SANTA MESSA PER LA CONCLUSIONE DEL SINODO DEI VESCOVI

10 agosto 2025
Colore Liturgico: Verde

La liturgia di oggi prevede letture che invitano alla vigilanza e alla preparazione all’arrivo del Signore.
La Messa del Giorno presenta l’antifona “Volgi lo sguardo, Signore, alla tua alleanza” e la colletta “Dio onnipotente ed eterno, guidati dallo Spirito Santo, osiamo invocarti con il nome di Padre”. Il Vangelo, tratto da Luca 12,35-40, parla della parabola del servo vigilante e dell’importanza di essere pronti per l’arrivo del Signore.

Volgi lo sguardo, Signore, alla tua alleanza, non dimenticare per sempre la vita dei tuoi poveri.
Alzati, o Dio, difendi la mia causa, non dimenticare la supplica di chi ti invoca.

Sperare in Dio significa sapere che ogni fine porta ad un nuovo inizio.

Dal Vangelo secondo Luca – Lc 12,32-48

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno.
Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.
Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!
Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
Allora Pietro disse: “Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?”.
Il Signore rispose: “Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi”.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più”.

COMMENTO:

Come emerge dalle prime parole del vangelo, questo invito non è rivolto a chissà quale potenza, ma al “piccolo gregge”, un tempo il popolo d’Israele, oggi ciascuno di noi. Una scelta che non nasce da strategie cervellotiche, ma unicamente dall’amore di Dio.
Questo “piccolo gregge” è la mia e nostra identità. Siamo tutti noi, scelti non per i risultati delle nostre imprese, ma perché amati da Colui che è nostra Guida e nostro Pastore. La forza di questo “piccolo gregge” sta nel fatto di essere amati da Dio, Padre nostro (dicevamo due domeniche fa), tanto che la liturgia ci farà rispondere con le parole del salmo: “Beato il popolo scelto dal Signore”.
Scelti perché amati: da qui chiede di nascere la nostra fiducia in Dio: “Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli… perché dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore”.
Liberarsi dai beni per abbracciare con tutto se stessi il Bene sommo è garanzia di libertà, è prova che non viviamo confidando solo nelle nostre forze o abilità. Solo se il nostro cuore è attento, mira unicamente al Bene sommo che è Dio, allora saremo trovati pronti al momento opportuno: “Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese…”.
Come accennavamo prima, sono le stesse parole che Dio ha rivolto al popolo d’Israele per prepararlo ad uscire dalla schiavitù dell’Egitto. Ma la beatitudine sta in altro: “Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli”.
La partecipazione ai tuoi sacramenti ci salvi, o Signore e confermi noi tutti nella luce della tua verità.

L’Eucarestia è il Sacramento dell’unione perfetta con Cristo. Chi vi partecipa diventa come Lui.

Buona domenica a tutti Voi, cari lettori.

A cura di Pier Luigi Cignoli editorialista – Foto ImagoEconomica

Editorialista Pier Luigi Cignoli

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui