Visse per ventotto anni nella giungla del Guam, dove era stato inviato come soldato semplice nell’esercito giapponese alleato di Hitler e Mussolini. Per tutti questi anni, non si accorse che la guerra era finita, fin quando non fu ritrovato e riportato in patria. E’ Shochi Yokoi, soprannominato “l’ultimo soldato giapponese”.

Nato in Giappone il 31 marzo del 1915, Shoichi Yokoi fu inviato nel 1941 nell’isola del sud-est asiatico di Guam, per combattere la Grande Guerra dell’Asia Orientale tra le forze dell’Asse, di cui l’Impero Giapponese faceva parte. Il Giappone, in guerra con gli Stati Uniti durante il Secondo conflitto Mondiale, inviò un contingente dell’esercito a occupare l’isola di Guam, facente parte dell’Arcipelago delle Marianne situato sull’oceano Pacifico. Nel 1944, a seguito del conflitto, le forze degli Alleati guidate dagli statunitensi, la riconquistarono e presero il controllo dell’isola. Yokoi e altri due compagni, per sfuggire alla cattura che significava morte sicura, si nascosero nella giungla, all’interno di una grotta ricoperta di canne di bambù, per essere invisibili dall’esterno e senza avere più contatti con nessuno. Fu così che non vennero a sapere che la guerra era finita.

Furono in grado di sopravvivere per venti anni utilizzando il materiale dell’esercito e la capacità di Yokoi di tessere abiti utilizzando fibra vegetale. Yokoi, infatti, prima di servire nell’esercito era un sarto. Nei suoi svariati racconti Yokoi dichiarò di essersi cibato di rane, ratti, anguille e perfino la corteccia degli alberi. Otto anni prima di essere scoperto, i suoi compagni di battaglione morirono, lasciandolo in completa solitudine. Nel 1969, Yokoi fu ritrovato e curato in un ospedale del Guam. Quando seppe dell’esito della guerra, e delle due bombe atomiche, dichiarò “mi vergogno di tornare vivo“. Ad accoglierlo in patria nel 1972, come un eroe, lo aspettava una folla di 5000 persone. Il codice di condotta dei militari giapponesi era di “preferire la morte all’umiliazione di essere catturati vivi”. Nel 1974 cercò senza successo di concorrere alle elezioni per il governo, poi per diversi anni girò il Giappone.

Gli fu concessa la medaglia della Grande Asia dell’Est. Dal momento del suo ritorno, nei restanti anni, Yokoi diventò un riferimento assoluto nel campo dei corsi di sopravvivenza e fu pubblicato un libro con la sua biografia. Si mise a insegnare le tecniche operative, scrisse libri, tenne corsi e frequentò convegni. Tuttavia, non fu mai in grado di reinserirsi nella società giapponese, come si legge nel suo necrologio. Morì per un infarto nel 1997. 

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto L’Indro

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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