C’è sempre molta tensione tra accusa e difesa, nel processo a carico di Massimo Giuseppe Bossetti imputato dell’omicido di Yara Gambirasio, ritrovata senza vita nel campo di Chignolo d’Isola il 26 febbraio 2011. L’udienza di venerdì si è rivelato un crescendo di reciproche battute, dopo le ultime rivelazioni. Il pm Letizia Ruggeri ha detto all’avvocato Claudio Salvagni: “Queste cose andate stasera a dirle in tv” riferendosi alle numerose ospitate televisive del legale, che le ha risposto: “E voi consegnate il video tarocco”, parlando del furgone di Bossetti. Lo stesso pubblico ha commentato ad alta voce il battibecco, tanto che il giudice Antonella Bertoja ha minacciato di proseguire l’udienza a porte chiuse. Il pm Letizia Ruggeri ha però ribadito che tutti i dati grezzi non si possono recuperare. A riferirlo è L’Eco di Bergamo.
La polemica è scaturita dai dati grezzi del Dna dell’imputato, cioè quelli che attestano il procedimento con cui i Ris hanno stabilito che le tracce trovato sugli slip e sui leggings di Yara appartengono a Ignoto 1, cioè Massimo Bossetti secondo l’accusa.

“Se dovesse essere certificata la mancanza di tutti i dati grezzi del dna, sarebbe leso il diritto di difesa. Sono sconvolto per il caos che è regnato nella conservazione dei dati”, la replica del legale. Dopo essersi riunito in camera di consiglio, il giudice Antonella Bertoja ha deciso che saranno messi a disposizione della difesa i dati dei dodici profili in cui compare il dna di Ignoto 1.

Gli avvocati difensori Salvagni e Camporini hanno chiesto che siano recuperati tutti i dati grezzi e il pm Letizia Ruggeri ha risposto che non è possibile, e che ci si deve limitare ai dodici profili in cui compare il Dna di Ignoto 1. Questo secondo Salvagni, “lederebbe il diritto di difesa. Sono sconvolto – ha continuato – per il caos che regna nella conservazione dei dati”. I giudici si sono ritirati in Camera di Consiglio e hanno deciso di che saranno messi a disposizione della difesa i dati dei dodici profili, come chiesto dall’accusa, con una piccola integrazione. Ci vorranno però due settimane per consegnare i dati richiesti.

Come consulente dell’accusa è stata sentita Paola Asili, direttore tecnico e capo biologo delle indagini di genetica forense della polizia scientifica di Roma che ha raccontato di come abbia ricevuto dai Ris il profilo di Ignoto 1, che era di “qualità e quantità ottima”, e di come sia stato confrontato con 5.750 campioni. In considerazione dei grandi numeri e dell’enorme lavoro, è stato deciso di controllare il cromosoma Y che dà la linea paterna. Si è così arrivati a Damiano Guerinoni, il ragazzo che frequentava la discoteca “Sabbie Mobili Evolution”, e infine a Giuseppe Guerinoni, padre di Massimo Bossetti, suo figlio illegittimo. Sono stati scovati – sono state sempre parole di Asili – altri due profili sui guanti, denominati Uomo 1 e Donna 1, ma non c’era nessun elemento per approfondire l’indagine.

Dopo la biologa, è stato quindi il turno di Roberto Giuffrida, direttore tecnico e capo biologo di genetica forense del Gabinetto regionale della polizia scientifica di Milano che si è occupato dei reperti del sopralluogo sul campo di Chignolo d’Isola. Reperti divisi in due gruppi, quelli prelevati sul campo e quelli prelevati sul corpo di Yara che aveva nella tasca destra del giubbetto chiavi, un MP3, e batteria e sim card del telefonino. Nessuna traccia significativa di impronte è stata rinvenuta su questi reperti. A circa 100 metri dal corpo è stato trovato un fazzoletto di carta impregnato di sangue e dalla traccia ematica si è risaliti al profilo di Uomo 2 , ma anche in questo caso la pista era senza sblocchi. Quanto al profilo di Ignoto 1, Giuffrida ha sottolineato che la traccia era ottima. Si è parlato anche di Pierpaolo Guerinoni, fratello di Giuseppe Guerinoni, il cui profilo Dna si è avvicina molto a quello di Ignoto 1. È stato domandato a Giuffrida se si fosse indagato su possibili figli illegittimi di Pierpaolo (che risulta senza figli), ma la risposta è stata negativa.

Acconsentendo al fatto che i suoi avvocati aderiscano alla sospensione delle udienze proclamata dall’Unione Camere Penali dal 30 novembre al 4 dicembre, gli avvocati hanno comunicato di voler aderire all’agitazione. Sono quindi state tolte dal calendario le udienze del 2 e del 4 dicembre. Si proseguirà l’11 dello stesso mese.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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