La giustizia ecuadoregna ha respinto il ricorso presentato dal fondatore di Wikileaks, Julian Assange, che dal 2012 è rifugiato nell’ambasciata di Quito a Londra, contro le nuove condizioni imposte per l’asilo.

La giudice, Karina Martinez, ha definito “irricevibile” l’azione intentata da Assange attraverso il suo difensore, l’ex magistrato spagnolo Baltasar Garzon, che contesta le regole decise il 12 ottobre scorso ovvero i visitatori devono ottenere un’autorizzazione preventiva, il fondatore di Wikileaks deve pagarsi le bollette del telefono e della luce, deve pulirsi il bagno e accudire il suo gatto.
In una videoconferenza con il tribunale di Quito, Assange ha denunciato che la Gran Bretagna avrebbe dato il suo via libera all’estradizione negli Stati Uniti, dove è accusato della pubblicazione di alcuni documenti riservati attraverso Wikileaks. Assange si era rifugiato nell’ambasciata ecuadoregna sei anni fa, per sfuggire alle accuse di stupro per le quali era ricercato in Svezia, accuse che nel frattempo sono cadute. I rapporti dell’attivista australiano con il governo ecuadoregno sono peggiorati negli ultimi mesi, con l’ambasciata che gli ha tagliato il collegamento a Internet, denunciando la violazione di un accordo preso in base al quale non avrebbe dovuto inviare messaggi che potessero compromettere relazioni con diversi Paesi.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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