Argomento sicuramente “difficile” da gestire ma sicuramente utile per far luce su tale fatto naturale che sembra ancora un vero “tabù”!
Questa mia scelta, forse impopolare, è emersa dopo aver attentamente letto un articolo di Johann Rossi Mason proposto da “HuffPost-Italy” scritto con molta chiarezza e senza presuntuosi e acculturati riferimenti medici e politici, tanto che ho ritenuto utile proporlo quale “mezzo informativo”.
Entriamo nel merito di tale “materia”:
Biologicamente parlando, le mestruazioni sono delle perdite ematiche vaginali derivanti dallo sfaldamento delle pareti interne della cavità uterina. Si tratta di un fenomeno fisiologico caratteristico del sistema riproduttivo della donna in età fertile, che ha inizio con il menarca (prima mestruazione) e si ripresenta ciclicamente fino al raggiungimento della menopausa, il periodo che decreta la fine della fertilità femminile.
Pertanto l’articolo sopra citato non riguarda specificatamente l’aspetto medico-fisiologico di tale evento, informazioni che si possono leggere direttamente, ma da cosa rappresenta nella vita di una donna, con un richiamo ad un libro “CICLO” di Kate Clancy che ha riscontrato un notevole successo e che sarebbe forse opportuno leggere
Se le mestruazioni si contendono il primato con la morte e con la signora con la falce, qualche analogia in effetti non manca: il sangue e la vita.
Infatti intorno alle mestruazioni aleggiano ancora sia l’imbarazzo che la vergogna e anche le donne tra loro ne parlano poco.
Il sangue non è tutto uguale: quello che esce dal naso ha più dignità di quello che fuoriesce dalla vagina ogni mese, per circa 40 anni della vita di ogni donna, sia a causa del pudore di parlare di parti intime, sia perché le mestruazioni sono state considerate ‘cose di donne’ da cui gli uomini (anche i medici), si sono tenuti alla larga.
Tutto ciò che ha a che fare col mistero del femminino è stato occultato e ha alimentato anche fantasie e superstizioni con lo scopo – narra la storia – di controllare le donne e relegarle ai margini, tanto è vero che Il sanguinamento mensile è stato rappresentato come “forma di fragilità“, che le ha fatte credere inadeguate alle competizioni con gli uomini.
Per questo le donne erano escluse dalle università come Harvard (dove si diceva che avrebbero affaticato le loro belle testoline). Una fragilità che trovava il proprio razionale nella “teoria dell’energia limitata“: qualsiasi sforzo avrebbe infatti potuto condizionare o ledere la loro fertilità.
Nel 1967 Katherine Switzer ebbe la sfrontatezza di partecipare alla maratona di Boston, ma venne aggredita fisicamente e solo 5 anni dopo le donne furono ammesse alla corsa, anche se non poterono partecipare alle Olimpiadi sino al 1984.
Il libro sopra citato. scritto dell’antropologa Kate Clancy “CICLO” (Luiss) arriva nel bel mezzo della quarta ondata femminista e svela dettagli poco noti anche alle donne, evidenziando che l’informazione sul nostro stesso corpo è parziale e imprecisa coronato dall’affermazione: “sapere è potere“.
Il libro di Clancy è ricco di ricerche e pone l’accento su come una società sempre di corsa, orientata alla produzione, rischia di dimenticare la saggezza dei corpi, e la liceità di fermarsi, magari con un “congedo mestruale” che ci porta direttamente all’idea di una “giustizia mestruale” e al manifesto stilato da Weworld.it
Ci sono ancora molte situazioni che rendono le mestruazioni un disagio, ma il non parlarne impedisce di trovare soluzioni. Facciamo qualche esempio: i bagni senza un lavandino all’interno rendono impossibile sciacquare la coppetta mestruale, le tasse sui prodotti come gli assorbenti penalizzano le meno abbienti costrette a cambiarsi spesso, la spesa media per i prodotti legati al ciclo è di oltre 600 euro l’anno (e hanno di nuovo aumentato l’iva), l’assenza di luoghi protetti dove cambiarsi nel terzo mondo porta molte ragazze a lasciare la scuola. E se non bastasse la contraccezione femminile è spesso mediata da scienziati di sesso maschile che decidono od orientano le scelte delle donne.
Ciò è tanto più vero quando le donne sono meno istruite e appartenenti a gruppi marginalizzati e la Clancy riporta ricerche che evidenziano come alle donne nere vengano più spesso consigliati contraccettivi o isterectomie. Infine, sradica con violenza l’idea della normalità del ciclo e che quindi ogni variazione debba essere “patologizzata, normata e addomesticata“.
È giunta l’ora che le donne si riprendano le mestruazioni, e imparino a conoscerle meglio.
‘CICLO’ pertanto è un libro che dovrebbe essere nelle stanze delle ragazzine, in modo che possano essere consapevoli del processo straordinario che avviene nei loro corpi e del fatto che le mestruazioni sono un problema anche politico e di salute pubblica.
A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto ImagoEconomica