La crisi causata dal coronavirus è “senza precedenti nella storia recente“, l’incertezza sulla ripresa “è forte, stringente” e quest’anno il Pil italiano potrebbe subire una contrazione tra il -9% e il -13%. “Stiamo attraversando la più grande crisi sanitaria ed economica della storia recente – sottolinea Visco – che mette a dura prova l’organizzazione e la tenuta dell’economia e della società. I tempi e l’intensità della ripresa che seguirà la fase di emergenza dipendono da fattori difficili da prevedere”.

Subito riforme, produttività e allungare la vita lavorativa
Per superare la crisi, l’Italia deve fare subito le riforme strutturali, migliorando la produttività e allungando la vita lavorativa. L’incertezza è una ragione in più per rafforzare da subito la nostra economia, per muoversi lungo quel disegno organico di riforme già per molti aspetti tracciato”. “Le tendenze demografiche – spiega il governatore – non sono favorevoli: pur tenendo conto dell’apporto dell’immigrazione (stimato dall’Eurostat in circa 200mila persone in media all’anno), la popolazione di età compresa tra 15 e 64 anni si ridurrà di oltre tre milioni nei prossimi 15 anni.

Tuttavia, proseguendo lungo tendenze simili a quelle degli ultimi 10 anni, l’aumento della partecipazione femminile al mercato del lavoro e l’allungamento della vita lavorativa potranno permettere all’occupazione di contribuire positivamente alla crescita, per oltre mezzo punto all’anno”. “Per riportare – aggiunge Visco – la dinamica del Pil intorno all’1,5% (il valore medio annuo registrato nei 10 anni precedenti la crisi finanziaria globale) servirà un aumento medio della produttività del lavoro di poco meno di un punto percentuale all’anno”. I frutti di questa azione riformatrice “non potranno che vedersi col tempo, ma un progetto compiuto rende più chiara la prospettiva, influisce sulle aspettative, accresce la fiducia; può fondarsi su punti di forza che pure si sono andati affermando negli ultimi difficili anni”.

Il mondo sarà diverso, debito elevato e più disuguaglianze
Con il dissiparsi della pandemia di coronavirus “potremo ritrovarci in un mondo diverso”, segnato da una forte crescita del debito e delle disuguaglianze. Secondo Visco “una cosa è sicura: finita la pandemia avremo livelli di debito pubblico e privato molto più alti e un aumento delle disuguaglianze, non solo di natura economica”.

Sì a nuovo “contratto sociale”, insieme ce la faremo.
L’Italia può superare il coronavirus con un nuovo “contratto sociale” tra governo, imprese e società civile, perché “insieme ce la faremo”. Per il governatore della Banca d’Italia “serve un nuovo rapporto tra governo, imprese dell’economia reale e della finanza, istituzioni, società civile. Possiamo non chiamarlo, come pure è stato suggerito, bisogno di un nuovo ‘contratto sociale’, ma anche in questa prospettiva serve procedere a un confronto ordinato e dar vita a un dialogo costruttivo”.

A cura di Renato Lolli – Foto Ansa

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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