I tifosi del Liverpool fuori dallo Stade De France creano il panico

Il drammatico problema della violenza attuata da singoli soggetti o gruppi organizzati, nell’ambito delle manifestazioni sportive, non riguarda sempre e solo il calcio, ma, se pur in forma meno rilevante, esso è presente anche in altri sport.

In tema di calcio, ecco alcuni recenti esempi. Durante Inter-Sampdoria gli ultras nerazzurri hanno obbligato i tifosi blucerchiati con minacce, spinte e strattoni ad abbandonare la curva per ricordare un loro compagno – storico leader degli ultrà interisti – ucciso poco prima della gara. Ad Angri (Sa), nel campionato di serie D, gli ultras hanno picchiato un calciatore con pugni, calci e mazze perché si è permesso di disturbare l’avversario al momento di calciare un rigore, poi fallito.

L’aggressione è avvenuta nel sottopassaggio riservato ai calciatori, e questo ci fa già capire molte cose. A Badia al Pino (Ar), guerriglia tra ultras. Nello stesso tratto dell’autostrada A1 dove l’11 novembre 2007 perse la vita Gabriele Sandri a seguito di alcuni tafferugli tra opposte tifoserie, è andato in onda lo stesso copione in mezzo alle carreggiate con la chiusura del tratto autostradale per circa un’ora. Tra l’altro è stata messa in pericolo l’incolumità di persone e famiglie “normali” che pensavano di poter trascorrere un fine settimana tranquillo e sereno.

Perché si deve andare allo stadio con il viso coperto impugnando spranghe, catene, bastoni, aste di bandiere e fumogeni? Governo, Leghe, FIGC e Forze dell’ordine non devono permetterlo. Questo è un dato certo perché ne va del futuro e della dignità del calcio. La verità vera è che il sistema giudiziario lascia a desiderare perché dovrebbe emanare pene certe e molto più severe a chi, nascondendosi dietro al mito della squadra del cuore, conduce una propria battaglia violenta che con il gioco non ha niente a che fare.

Dopo questi esempi torniamo al calcio giocato, per fortuna carico di emozioni, in particolare in questa stagione, con un campionato che si ritiene già chiuso e che invece potrebbe – il condizionale è d’obbligo – riaprirsi a ogni giornata. Mentre il Napoli di mister Spalletti ha messo il turbo, l’Inter di Inzaghi, la Lazio di Sarri, l’Atalana di Gasperini, il Milan di Pioli e la Roma di Mourignho sembrano andare a corrente alternata. Senza dimenticare la “Vecchia Signora” di Allegri che, nonostante i quindici punti di penalizzazione, prova, per ora senza successo, a recuperare posizioni preziose.

Squadre diverse nell’anima, nella gestione economica e nella filosofia del gioco. Tra alti e bassi i numeri parlano comunque da soli. Le persone considerate civili e i tifosi con la “T” maiuscola vogliono questo dal calcio, momenti di gioia e non l’orrore e la violenza cui dobbiamo assistere senza soluzione di continuità.

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto ImagoEconomica

Il Vice Direttore Ugo Vandelli

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