Violenza di genere. 

Il contrasto alla violenza di genere non è soltanto una grande questione di civiltà e di rispetto dei diritti umani ma è oggi anche una vera e propria “questione sociale”, poiché riguarda trasversalmente classi, famiglie, generazioni e gruppi etnici di riferimento. Come sostiene l’Organizzazione Mondiale della Sanità è inoltre un grave problema di salute pubblica, che incide direttamente sul benessere fisico e psichico delle donne e indirettamente sul benessere sociale e culturale di tutta la popolazione.

Una questione dell’epoca, per dimensione e sviluppo nel tempo, troppo spesso colpevolmente sottovalutata. Allo stesso tempo, la violenza di genere è anche un fenomeno assai difficile da contrastare, perché si annida negli interstizi della società, spesso sfuggenti e insospettabili, manifestandosi per lo più silenziosamente nella vita quotidiana e riuscendo a rappresentarsi come un evento accidentale persino nella percezione delle stesse vittime.

Ecco l’andamento dei reati riconducibili alla violenza di genere nel primo semestre del 2020 in cui sono compresi anche i mesi di “confinamento” dovuto al Covid-19. La Direzione Centrale della Polizia Criminale si occupa anche dell’analisi dei dati sui fenomeni criminali, per elaborare le strategie di prevenzione e contrasto alla criminalità comune e organizzata. Dal confronto dei dati raccolti su tutto il territorio nazionale, mettendo in relazione il primo semestre 2019 con quello del 2020, è emerso che gli atti persecutori contro le donne sono diminuiti complessivamente, in particolare nel periodo del lockdown.

Stesso andamento hanno avuto i maltrattamenti da parte di familiari e conviventi nei riguardi delle persone di sesso femminile. Le violenze sessuali, invece, dopo il periodo di confinamento, sono aumentate a maggio e a giugno, restando sempre di sotto i dati registrati a gennaio e febbraio 2020. Anche i reati di minaccia, lesione personale e percosse in ambito familiare hanno fatto registrare un calo rispetto ai dati del 2019. In diminuzione gli omicidi: quelli volontari hanno avuto un calo del 19 per cento rispetto a quelli dell’anno scorso (da 161 a 131), quelli in ambito familiare/affettivo che, seppur in diminuzione rispetto all’anno scorso (da 73 a 69), presentano un aumento dell’incidenza sul totale degli omicidi, dal 45 al 53 per cento.
In aumento anche il dato che si riferisce agli omicidi commessi da partner o ex partner, che passano da 32 a 36.

La Polizia di Stato nel 2020 ha rafforzato la sua attività mettendo a disposizione una sezione riservata alle denunce per reati di genere. Restano un punto di riferimento, inoltre, le sezioni specializzate delle Squadre Mobili in ogni provincia ed anche le stanze per le audizioni protette ormai presenti in molte questure. Da un punto di vista operativo il protocollo Eva per la mappatura degli interventi effettuati in caso di violenze e il protocollo Liana per il coordinamento degli interventi tra le varie forze di Polizia sono stati utili strumenti per prevenire e reprimere queste tipologie di reati. La prevenzione passa anche attraverso un intervento psicologico sugli autori.

Il protocollo Zeus può indirizzare le persone che hanno subito un ammonimento del questore verso un percorso terapeutico collegato al centro italiano, per la sviluppo della mediazione. Lo scopo è di limitare le recidive di comportamenti che, sebbene non abbiano rilevanza penale, costituiscono spie pericolose che possono sfociare in violenze. 

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Marco Iorio

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Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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