VIAGGIO DENTRO LO SCHERMO
La vita segreta e sfrenata dei nostri figli dentro il cellulare

Pose provocanti, sesso in pubblico, ricatti psicologici, violenza verbale. I genitori pensano che il loro sia sempre un bambino, invece, con lo smartphone in mano, è risucchiato in un mondo parallelo dove tutto è permesso.
Il cellulare diventa un luogo in cui i freni inibitori spariscono, e i ragazzi, anche giovanissimi, si trasformano in bulli e sexy pupe irriconoscibili.
Si tratta di un viaggio dentro lo schermo che sta rovinando una generazione.
Benvenuti nel nuovo mondo dei nostri figli. Sesso casuale, violenza,
soprusi. Scabroso? Certo. Diffuso? Più di quanto osiamo temere.
Da 3 a 6 ore al giorno è il tempo che trascorrono allo schermo del telefonino gli adolescenti dagli 11 ai 13 anni, questi sono i dati rilevati da una fonte autorevole quale è l’Osservatorio nazionale sull’adolescenza.

Già da alcuni anni bambini e preadolescenti hanno a disposizione tecnologie poderose, strumenti dalle capacità infinite che li iperconnettono tra loro, e con il mondo di internet, e dei social network.
Il solco, che ha sempre diviso una generazione dalla precedente, con lo smartphone è diventato un intreccio di oscure gallerie digitali da cui gli adulti, cresciuti giocando in cortile, sono tagliati fuori.
Vita reale e vita virtuale si mescolano, si confondono: “ è la ONLIFE, come l’ha definita il filosofo Luciano Floridi.
Cito al riguardo la definizione che ne dà Matteo Lancini che, oltre a essere uno psicoterapeuta, è presidente dell’istituto Minotauro di Milano “ Bambini nudi e bambini nei forni crematori: più crei contrasti, più crescono i like. E alla base c’è una ricerca spasmodica di successo, popolarità. I nostri figli pensano che meglio essere morto e popolare, che vivo e trasparente”.
E’ il segnale di un mondo adulto che non presidia più il territorio.
Adolescenti disarmati, inconsapevoli, che mandano in giro foto problematiche.
Cinque secondi di stupidità, sperando che nulla accada, ma se succede qualcosa non sei più uno che ha fatto un errore, diventi tu l’errore.
Tanto fragili da sentirsi forti solo al chiuso dello loro stanze, dietro i monitor.
Pensano di essere invisibili, ma non è così, ogni device può essere rintracciato, il fenomeno è trasversale, l’età critica è quella delle medie.

La domanda sorge spontanea, controllare telefonino e computer dei propri figli, oppure no? Invadere la sfera privata, privatissima dell’adolescente di casa in nome della protezione, o lasciare che faccia il suo percorso errori compresi? E ancora: fare tutto di nascosto?
Arriva il momento in cui ogni genitore vorrebbe sbirciare nella vita segreta del proprio figlio, specie durante gli anni dell’adolescenza.
Ma tra il pensarlo e il farlo ne corre, e le scuole di pensiero sull’argomento sono regolate dal carattere del “controllore”.
La discussione è aperta, ed è facile immaginare che tanti, tantissimi genitori, che lo ammettano o no, siano d’accordo sul controllo, specie quando dalla cronaca arrivano notizie come quelle drammatiche su casi di cyberbullismo sessuale.

Penso personalmente che ogni forma di proibizionismo sia controproducente, sarebbe sicuramente meglio riuscire a parlare con i figli del galateo sessuale, anche in tempo di internet, tenendo presente quello che è Internet a questo riguardo e cioè, pornografia, violenza, spudoratezza, linguaggio aggressivo, primordiale.
La conclusione è “…siamo a un passo, divisi da un vetro specchiato”… canta Gemitaiz, rapper idolo di questa generazione.
Noi e i nostri figli.
Cosi’ vicini, immensamente lontani!

A cura di Sandra Vezzani editorialista – Foto Marco Iorio

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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