Si chiama “Genova San Giorgio” e verrà inaugurato il 3 agosto alle 18,30, il nuovo viadotto sorto sulle ceneri dell’infausto Ponte Morandi; in questi giorni si stanno svolgendo tutte le necessarie prove di collaudo ed ancora ci si deve transitare che già sono sorte le prime polemiche, messe in luce da un articolo del Sole 24 Ore, dove si sottolinea l’abbassamento dei limiti di velocità a causa della pericolosità delle curve di raccordo, che non rispetterebbero una normativa del 2001.

Il problema, come spiegato dal Sindaco di Genova e Commissario per la ricostruzione è dovuto alla “necessità” di ripartire dal vecchio tracciato, ossia dai collegamenti già esistenti rispetto al Morandi; questo ha portato ad una ricostruzione di percorso particamente identica alla precedente, con un rettilineo più lungo di quanto attualmente normato e di conseguenza con curve di raggio inferiore.

Tutto ciò determinerà una riduzione di velocità dai 90 Km/h del Morandi agli 80 Km/h verso Livorno ed addirittura di 70 Km/h nella percorrenza verso Savona, cosa che ha naturalmente creato dubbi e polemiche circa tempi e modi della ricostruzione.

Ovvio che ci si aspettasse qualcosa di diverso, ma è altrettanto ovvio che la necessità primaria era di fare bene ma in fretta, perchè Genova è snodo cruciale per tutto il traffico del Nord Italia, considerando anche il Porto, e quindi non si poteva certo perdere tempo in ghirigori; attesa la solidità della costruzione, 20 mila tonnellate di acciaio, che è la vera ed indiscutibile cosa di maggiore importanza, vorrà dire che tutti coloro che transiteranno sul nuovo viadotto dovranno avere l’accortezza di rallentare, cosa mai troppo rispettata purtroppo, sulle nostre strade, che in realtà quanti secondi farà perdere nel tempo di percorrenza del nostro muoversi?

Forse, e sottolineo il forse, si poteva fare di meglio, ma nel nostro Paese quante sono le opere pubbliche o private che iniziano e non finiscono mai, con costi che aumentano a dismisura e tempi che vanno alle calende, magari senza anch’essi rispettare norme e sicurezza?
Il Viadotto Polcevera ci ha già lasciato la triste eredità di 43 morti e tanta sofferenza, forse è il caso di andare oltre.

Il Direttore Maurizio Vigliani – Foto Ansa

scrivi a: [email protected]

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui