Sara dunque una sorpresa lo scontro che manderà la terza formazione cadetta in Serie A, con la quinta e la sesta del Campionato, il Venezia ed il Cittadella, che hanno eliminato chi li aveva preceduti in classifica, rispettivamente il Lecce (quarto) ed il Monza (terzo); sono stati scontri tiratissimi quelli delle semifinali play off, con il Lecce che, sconfitto a Venezia (1-0) ha gettato al vento la qualificazione per un rigore sbagliato, mentre al Monza non è bastato il 2-0 casalingo per ribaltare lo 0-3 subito in Veneto.

Quello delle due formazioni venete è stato un buon campionato e la finale ottenuta con merito e grazie anche alla quadratura delle due formazioni, guidate da due allenatori diversi per età e carattere; Paolo Zanetti, il mister del Venezia, è infatti un giovane del mestiere, ma ha già dimostrato con il Sudtirol e ad Ascoli di saperci fare, dopo gli anni in campo, da centrocampista di “carattere” ma dotato anche una discreta tecnica.

Più esperto è sicuramente il mister granata, Roberto Venturato, e non solo perché ha diciannove anni in più dell’avversario e siede sulla panchina del Cittadella dal 2015, anche lui con un passato da centrocampista, regista dal passo lento, che proprio con il Venezia ha disputato la stagione 1990/91; arrivato sulla panchina del Citta per una immediata promozione della Lega Pro, questo è il sesto play off consecutivo dell’accoppiata mister-squadra, con la finale persa di fronte al Verona di due anni fa, quale miglior risultato.

 

Finale tutta veneta dunque per la promozione e campionato che ha complessivamente riservato numerose sorprese, iniziando con le tre retrocesse dalla A che hanno deluso, non qualificandosi neppure per i play off, la Spal, mentre il Brescia è stato eliminato dal Venezia nel primo turno, proprio come il Lecce in semifinale e sempre dai “gondolieri”.

Non meglio è andata al Monza, quella che doveva essere la “corazzata” della cadetteria, con il duo Berlusconi-Galliani a ritentare gli splendori milanisti; se è vero che i biancorossi erano una matricola, è altrettanto vero che la formazione allestita era di primo piano, con Balotelli che doveva essere il fiore all’occhiello dei brianzoli e la chiave per una promozione certa.

Alla fine ai biancorossi rimane un pugno di mosche in mano, insieme ad un rosso di bilancio che è vicino ai trenta milioni, una cifra fuori dal mondo cadetto, e non solo, che però la proprietà (Fininvest al 100%) ha già deciso di ripianare ….
Certo pensare ai soldi spesi dal Monza e confrontarli con il risultato ottenuto dà da pensare, visto che con gli stessi soldi il Cittadella ci campa dieci anni, ma anche questo è il calcio, dove denaro (speso) non fa sempre rima con vittoria; e proprio il Cittadella dimostra che si può fare bene, lottare sino alla fine pur senza grandi budget, ma allestendo in economia formazioni sempre competitive.

Vincere la finale porterebbe i granata alla prima partecipazione in Serie A, traguardo splendido che, ne siamo sicuri, non cambierebbe la dinamica della vita societaria, fatta di intelligenza ed oculatezza, ma pure di competenza calcistica e di programmazione, come certificano proprio la longevità in granata di allenatore, direttore sportivo e dirigenza.

Diverso, anche in questo caso, il percorso e la storia del Venezia, che dimenticati i fasti di Mazzola-Loik, ha vissuto stagioni travagliatissime, economicamente stabilizzate dall’arrivo in laguna di Joe Tacopina, che nel 2015 ha acquistato la Società reduce dall’ennesimo fallimento; sul campo, da allora, le cose non sono sempre andate bene, vista anche la retrocessione il Lega Pro di due stagioni or sono (poi evitata per fallimenti altrui e ripescaggio), ma questa è l’occasione buona per tornare in Serie A dopo vent’anni ed a Venezia tutti ci sperano vivamente.

Difficile fare un pronostico, perché se il Venezia parte con il vantaggio della miglior posizione, è vero che il Cittadella è avversario da prendere sempre con le pinze, in grado (lo si è visto contro il Monza) di mettere sotto chiunque; entrambe le formazioni hanno punti di forza e di debolezza e sarà l’equilibrio che entrambe sapranno avere nel corso dei 180 minuti a fare la differenza.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Lapresse

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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