Giornata dopo giornata, nuovi episodi arbitrali minano il campionato di calcio seguito da tante, troppe, polemiche. Avere rinnovato il team dei direttori di gara – con giovani senza alcuna sudditanza – è stata una scelta coraggiosa, però serve una svolta e maggiore uniformità nei casi più delicati. È innegabile che gli arbitri vedono il Var come una limitazione del proprio ruolo. A volte è utilizzato male, mentre altre volte non è utilizzato quando si dovrebbe. I tifosi, sono sempre pronti al dibattito e/o alla critica: quando il Var non interviene a correggere gli errori, urlano indignati cosa ci sta a fare se non si usa. Viceversa, quando lo fa, s’indignano perché interviene a correggere la decisione arbitrale.

A questo punto dall’angolo non se ne esce. Nella nona giornata ne abbiamo viste di tutti i colori. Caos rigori e cartellini (rossi) a gogò. Poi le quattro espulsioni di big da panchine importanti, in seguito fermati per un turno. Mourinho e Spalletti in Roma-Napoli, Gasperini in Atalanta-Udinese e Simone Inzaghi in Inter-Juventus. A posteriori il designatore arbitrale ha giudicato corrette le decisioni dei suoi fischietti e invece molto scorrette, se pur con motivazioni diverse, le azioni dei tecnici finiscono con il cartellino rosso fuoco.

Ha inoltre aggiunto: “Rispetto è quello che diamo ed è quello che chiediamo”. Il nuovo corso dei direttori di gara guidati dal presidente dell’AIA è un mix di giovani ed esperti che, presto, sperimenterà una rivoluzione in stile Uefa. Questo, appena saranno risolte questioni di natura tecnica, e comunque all’interno della stagione in corso.
Ad esempio i casi più delicati o “discussi” saranno spiegati in modo analitico via web. L’Uefa l’ha già fatto dopo la finalissima di Nations League tra la Francia e la Spagna, dove i francesi sono andati in vantaggio con Mbappé in fuorigioco ma rimesso in gioco da un tocco di Garcia, difensore spagnolo.

Una spiegazione tecnica, così come per i vertici arbitrali il rigore concesso alla Juventus contro l’Inter era legittimo. I tempi perché gli arbitri abbiano la parola “dopo” le gare non sono considerati ancora maturi dall’Aia, in primis per la mancanza di collaborazione da parte di chi dovrebbe contribuire a svelenire il clima e la “ribellione” degli allenatori. I fatti verificatisi nella nona giornata ne sono la riprova. A preoccupare il presidente dell’AIA sono anche i casi di violenza gratuita nelle categorie minori che vedono i giovanissimi fischietti a continuo rischio della propria incolumità.

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Lapresse

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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