Chi si è stupito dell’annuncio Yamaha che nel 2021 i piloti ufficiali saranno Maverick Vinales e Fabio Quartararo, il giovanissimo francese già in orbita della casa giapponese, visto che corre con le moto del Team Petronas?
Certo, questo comporta che il mondiale in onda tra meno di due mesi, sarà l’ultimo di Valentino Rossi con il Team ufficiale nipponico, che ha offerto al tavulliese la moto lasciata libera proprio da Quartararo; e qui entra in gioco la carta d’identità dei protagonisti, dato che Vinales ha appena compiuto 25 anni, Quartararo toccherà il traguardo dei 21 ad aprile, mentre Valentino sarà quarantunenne tra un paio di settimane, e visti i numeri e difficile dare torto a chi, ovviamente, fa programmi futuri, anche a medio-lungo termine.

Difficile pertanto stupirsi e logica la reazione di Vale, tenuto comunque in considerazione dalla casa di Iwata, che attende le prime gare ed i risultati in base ai quali deciderà il proprio futuro sulle due ruote, anche perché prima o poi toccherà arrendersi al passare degli anni anche per chi come lui ancora si diverte a gareggiare.

Il problema è che i risultati non arrivano più, perché la classe è indubbia, ma l’ultima vittoria risale all’Olanda 2017 ed anche le posizioni nella classifica mondiale sono in discesa, per cui ci si chiede quanto un vincente come Vale possa “accontentarsi” di vivacchiare, partire sempre più spesso distante dalla prima fila e trovarsi a lottare con piloti che non lo valgono in termini assoluti, ma alla fine, arrivano davanti a lui.

Certamente il divertimento c’è ancora, ma se oltre a quello ci fosse la paura che spesso coglie gli sportivi quando si avvicina l’ora di smettere e cambiare vita? Valentino non è solo un pilota, ma viste le tante attività collaterali, potremmo definirlo “un’azienda” lui stesso e quindi non gli mancheranno certo le cose da fare anche nel momento in cui non sarà più alla partenza di una gara di Moto GP; restare nell’ambiente, magari nelle vesti di Team Manager, potrebbe essere una soluzione, magari difficile da vivere all’inizio, ma che potrebbe dare grandi vantaggi ai piloti appartenenti alla scuderia di uno che con le moto ci è sempre andato a nozze.

Aspettiamo dunque, qualche mese, qualche gara e conosceremo il futuro di un campione che non può e non deve protrarre la propria carriera nell’anonimato della mediocrità dei perdenti; Valentino Rossi non è uno qualunque ed anche la propria storia non può finire come quella di chiunque.

A cura del Direttore Responsabile Maurizio Vigliani – Foto Iorio Roma

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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