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Gli Stati Uniti chiedono una sospensione sul vaccino Johnson&Johnson dopo alcuni casi di coagulazione. Lo riporta il New York Times sottolineando che la Food and Drug Administration e i Centers for Disease Control smetteranno di usare il vaccino nei siti federali e solleciteranno gli Stati a fare lo stesso in attesa delle indagini sui problemi di sicurezza. La sospensione è legata a sei casi negli Stati Uniti che hanno sviluppato una malattia rara che coinvolge coaguli di sangue nelle due settimane successive alla vaccinazione.

Si tratta in tutti i casi di donne tra i 18 ed i 48 anni. Una donna è morta ed un’altra è ricoverata in gravi condizioni in Nebraska.

Quasi sette milioni di persone negli Stati Uniti hanno ricevuto finora le dosi di Johnson&Johnson e circa nove milioni di dosi in più sono state spedite negli Stati Uniti, secondo i dati dei Centers for Disease Control and Prevention.

Per le ore 10 ora americana (le 16 in Italia) è stata annunciata una conferenza stampa sulla vicenda.

Gerardo D’Amico: “Misura precauzionale” Ema, per Johnson & Johnson possibile sia necessario richiamo.
Non metterei troppo accento sul fatto che Johnson&Johnson sia un vaccino monodose. Al momento è stato studiato come vaccino di cui si dà una singola dose e sappiamo che dà una protezione 14 giorni dopo la somministrazione, non sappiamo quanto duri, potrebbe benissimo essere che serva un richiamo in seguito, ci sono degli studi che lo stanno valutando.

Intanto possiamo cominciare a vaccinare però”. Cosè a Buongiorno, su Sky TG24, Armando Genazzani, Membro del Committee for Medicinal Products for Human Use di EMA. “In Ema e Aifa riteniamo che gli intervalli studiati negli studi clinici, di 21 e 28 giorni, siano quelli ottimali percheé su quelli abbiamo dei dati – ha spiegato -. Negli studi clinici non sempre è possibile fare il richiamo il giorno esatto e ci sono pazienti che sono stati trattati un po’ più a lungo o meno.

Ci sono anche pazienti che sono stati trattati a 42 giorni.
Dal punto di vista scientifico non penso che arrivare a 42 giorni tra due dosaggi debba diventare la norma, ma credo che sia possibile. Al momento oltretutto, da un punto di vista di plausibilità biologica, l’allungamento della dose potrebbe portare addirittura a un aumento della risposta anticorpale. Non deve diventare la norma ma, in un momento difficile in cui non sappiamo quando arriveranno le dosi, possiamo cominciare, poi se arrivano le daremo nel tempo giusto”.

Infine, quanto alla possibilità di utilizzare vaccini diversi per prima e seconda dose, sottolinea Genazzani, “al momento non abbiamo dati in merito, ci sono alcuni Paesi, come la Germania, che stanno studiando il poter usare l’adenovirus come prima dose e un vaccino a mRna come seconda dose. Vi è una plausibilità biologica che il richiamo con vaccino diverso possa funzionare ma consiglierei di aspettare i dati prima di farlo”.

Alle 16 riunione ministero Salute dopo frenata Usa
E’ convocata per le 16, secondo quanto si apprende, la riunione al ministero della Salute a Roma per fare il punto insieme all’Agenzia del farmaco dopo la frenata negli Stati Uniti al vaccino anti Covid Johnson & Johnson.

A cura di Elena Giulianelli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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