E’ proprio finita male, ieri, indipendentemente dal nome del pilota vincitore della gara e del titolo mondiale di MotoGP 2015, lo sport è fallito. Non importa se Lorenzo sia stato aiutato o no da Marquez e da Pedrosa … se la gara di Valencia è finita così, è perché le norme vigenti scritte sul regolamento, lo hanno permesso.

Questo fallimento merita almeno una considerazione e un confronto con un sport dove circolano molti meno soldi. Parliamo di ippica, ed in particolare di galoppo. Leggiamo cosa dice il regolamento quando un fantino non si impegna o meglio “non impegna il suo cavallo”. L’art. 192 del regolamento Ente Corse al Galoppo recita: “I cavalieri in corsa devono montare con il massimo impegno per ottenere il migliore risultato e non devono disturbare o danneggiare in alcun modo gli altri concorrenti”. Successivamente, l’art. 193 – Punizioni e Distanziamenti recita: “Qualora i cavalieri in corsa si siano resi responsabili delle infrazioni di cui all’art. 192, il Presidente della terna dei Commissari punisce il cavaliere; in relazione alla gravità dell’infrazione, del danneggiamento o delle sue conseguenze i Commissari, collegialmente, possono, inoltre, distanziare il cavallo, collocandolo nell’ordine di arrivo, dopo il cavallo od i cavalli da lui danneggiati”. Queste brevi, sintetiche ma concrete ed efficaci norme, soprattutto la prima, nella prima parte di essa, se presente all’interno del regolamento del MotoGP, probabilmente avrebbe regalato ai tifosi di Rossi, Marquez e Lorenzo, una domenica di gioia determinata da una vera vittoria ottenuta sulla pista, scevra del bisogno di attuare strategie antisportive e condotte vuote di etica.

A cura del Prof. Pierluigi Vigo

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui