“È da folli aspettarsi che un uomo cattivo non faccia la cosa sbagliata (citazione dell’imperatore-filosofo Marco Aurelio)”.

Se gli omicidi volontari hanno raggiunto i minimi storici e sono calati negli ultimi quattro anni, purtroppo, non diminuiscono le donne uccise. Una strage senza fine che conta a oggi dodici vittime in meno di due mesi, una ogni quattro/cinque giorni.

Queste le violenze di genere o femminicidi accertati nel 2021.
Dopo le prime quattro donne uccise nel mese di gennaio, la mattanza è ripresa, con particolare violenza nel mese di febbraio che è iniziato con la morte della ragazza di 29 anni, originaria di Rimini, uccisa con ventidue coltellate dal suo ex nel Salento.

Poi il delitto di Faenza – indagato l’ex marito quale possibile mandante dell’omicidio, mentre le indagini sono tuttora in corso per individuare il killer – nel quale una 46enne è stata aggredita alle spalle e uccisa con un fendente alla gola. 

A seguire gli altri vigliacchi e premeditati omicidi da parte di “animali” che si considerano uomini. 
La 32enne di Palermo, ferita a morte con dieci coltellate dal marito; la 47enne a Milano, uccisa con cinque fendenti dal convivente; la 49enne di Pavia, strangolata dall’ex convivente; la 69enne di Genova, uccisa con cento coltellate dall’ex compagno. Non di minore gravità la 20enne – ricoverata in prognosi riservata a Torino – colpita da varie coltellate al torace, all’addome e al collo dall’ex fidanzato, arrestato per tentato omicidio. Nelle ultime quarantotto ore la successiva escalation con la 50enne di Ferrara ferita a morte con un corpo contundente alla testa per il quale è stato fermato il compagno della vittima e, ultimo fatto di sangue in ordine di tempo, la 42enne di Trento uccisa dall’ex marito (pregiudicato già agli arresti domiciliari per episodi simili) colpita alla carotide con due colpi di accetta.

Malgrado questo primo tragico bollettino di “guerra”; per il quarto anno consecutivo (2017-2020), sono diminuiti gli omicidi volontari. Questo è il dato che emerge dal rapporto elaborato dalla Direzione centrale della polizia criminale del Dipartimento della Pubblica sicurezza che tiene conto delle informazioni provenienti dalla banca dati interforze.

Nel lavoro del Servizio analisi criminale, si evidenzia come, nel corso del quadriennio preso in esame, ci sia stata una costante diminuzione degli omicidi volontari: 375 nel 2017, 359 del 2018, 315 del 2019 per arrivare ai 271 del 2020, con una riduzione tra il 2019 e il 2020 del 14%.

In particolare, l’andamento degli omicidi in ambito familiare o affettivo è passato da 151 del 2019 a 142 nel 2020; in lieve calo le donne uccise da partner o ex partner, che da 68 del 2019 sono diventate 66 nel 2020. Il calo del numero dei delitti nello studio è messo in relazione con le misure restrittive adottate a seguito della pandemia da COVID-19 e le successive riaperture alla libera circolazione delle persone. Infatti, l’anno appena trascorso ha fatto registrare 31 omicidi a gennaio che si è ridotto dal mese di febbraio a 16 e nel periodo del lockdown, con valori particolarmente bassi nei mesi di marzo e aprile con 18 omicidi.

Con l’allentamento delle misure restrittive a maggio e a giugno, c’è stato un rialzo rispettivamente di 20 e 33 omicidi, per poi diminuire di nuovo nei mesi di ottobre e novembre a 17. Nel 2019 l’andamento è stato più altalenante con la soglia minima raggiunta nei mesi di giugno (20) e dicembre (16), mentre il maggior numero di omicidi è stato registrato nei mesi di marzo (38) e di aprile (32).

Analizzando invece il dato a livello regionale si nota che delle 111 vittime donne del 2019 la maggior parte è stata uccisa in Lombardia (18), Emilia Romagna (14) e Lazio (12). Nel 2020, anno in cui sono state uccise 112 donne, la Lombardia ha continuato a mantenere il terribile primato con 21 omicidi, seguita dal Piemonte con 16. Le donne separate o divorziate hanno subìto violenze fisiche e/o sessuali in maggiore misura rispetto alle altre (51,4% contro il 31,5% della media nazionale).

Le stesse sono più a rischio di subire tutti i tipi di violenze, sia quelle fisiche da parte degli ex, sia quelle sessuali da parte di altri uomini. Incidenze maggiori si riscontrano anche per le donne che hanno tra i 25 e i 44 anni, tra le più istruite, tra quelle che lavorano in posizioni professionali più elevate o che sono in cerca di occupazione.

Più frequenti gli stupri e i tentati stupri da non partner. Sono il 19,9% le donne straniere che subiscono stalking da un ex partner, contro il 14,8% delle italiane. 

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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