gay pride

Manifestazioni in 100 piazze italiane per chiedere di arrivare al più presto a una legge sulle unioni civili.
L’iniziativa #Svegliatitalia è promossa da una serie di associazioni Lgbt.
“Un milione di sveglie hanno suonato oggi in tutto il paese, il Parlamento le ascolti”: lo rende noto l’Arcigay che fa un consuntivo sulle manifestazioni in Italia e anche all’estero. E’ stata “una giornata storica per questo paese, una mobilitazione vastissima che si è nutrita del desiderio e dell’entusiasmo di tante e tanti che hanno a cuore il valore dell’uguaglianza”, afferma il segretario di arcigay Gabriele Piazzoni.

“Da Aosta a Ragusa, da Cagliari a Venezia: in ogni angolo del nostro territorio – spiega l’esponente dell’Arcigay – si è levato uno squillo acuto, che è la voce di un paese che non vuole restare indietro. A sostenerci c’erano anche gli amici e le amiche di Londra, Copenhagen, Berlino, Francoforte, Boston, Bruxelles, Dublino, Limerick, Vienna, Monaco. C’è un mondo intero che ci sprona a infrangere le barriere che precludono a tanti a tante la legittima e sacrosanta aspirazione alla felicità”. Nelle piazze mobilitate, spiega Piazzoni, “abbiamo raccolto più di 1 milione di persone: una vasta porzione di società civile oggi è scesa per le strade senza paura, nella consapevolezza che un diritto in più è una ricchezza per tutte e tutti.
Queste piazze parlano in particolare a chi in senato tra pochi giorni sarà chiamato a prendere una decisone che pesa sulle nostre vite: per noi non esiste una libertà di coscienza, semmai esiste l’obbligo di coscienza, di usare il buonsenso e cestinare definitivamente zavorre discriminatorie. La battaglie per i diritti – conclude – non possono cedere a nessun compromesso. queste piazze meritano un paese migliore”.

La manifestazione è stata organizzata alla vigilia della discussione in Senato, il 28 gennaio, del disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili, ddl che la comunità Lgbt considera il primo timido passo verso il riconoscimento dei diritti delle persone omosessuali, un tema che divide la politica e la società. Attivisti e attiviste, che sono scesi in piazza insieme ad associazioni e cittadini, si sono dati appuntamento per un flashmob, portando con sé sveglie e orologi con suoneria per “sincronizzarli e – spiega in una nota Arcigay – suonare la sveglia al nostro Paese”. Manifestazioni di sostegno anche in altre città europee: a Bruxelles in Rue Emile Claus, a Londra in Grosvenor Square e nel North End Park a Boston.

A Roma, in migliaia hanno riempito piazza del Pantheon per il flash-mob promosso dalle principali associazioni che si occupano di diritti degli omosessuali. “#svegliaItalia” è stato l’hashtag scelto per l’iniziativa. Molti dei manifestanti hanno portato delle sveglie che risuonavano per dire che “è ora di essere civili” come recitava il volantino distribuito in piazza, dove sventolavano bandiere arcobaleno, dell’Arcigay e del circolo Mario Mieli, solo per citarne alcune. “Se questa legge passa con un compromesso al ribasso a noi non interessa, perché non siamo popolo di serie B ma di serie A”, ha affermato la leader del movimento Lgbt Imma Battaglia, affiancata dall’attrice Eva Grimaldi. Alla manifestazione presenti, tra gli altri, il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova, il presidente del Pd Matteo Orfini, il leader di Si Stefano Fassina, il vicepresidente della Regione Lazio Massimiliano Smeriglio.

Oltre un migliaio i cittadini che si sono ritrovati in piazza della Scala a manifestare per il riconoscimento dei diritti delle coppie omosessuali e contro il Family Day che si terrà a Roma il 30 gennaio. In piazza oltre ai cittadini anche i candidati sindaci alle primarie del centrosinistra, Francesca Balzani, Giuseppe Sala e Pierfrancesco Majorino. Alla manifestazione anche il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia. Torino in piazza anche il sindaco Fassino Partito anche a Torino, da piazza Carignano, il corteo. Tra i manifestanti c’è anche il sindaco Piero Fassino. Nella stessa piazza, si ritroveranno in serata le “Sentinelle in piedi”, per manifestare contro il ddl Cirinnà.

Fonte Rai

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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