A poco più di sei mesi dall’inizio della guerra, almeno 17,7 milioni di persone sono state colpite dal conflitto in Ucraina, quasi un terzo della popolazione del paese. Si stima che circa 6,6 milioni di persone siano sfollate internamente, la maggior parte sono donne e bambini che ancora affrontano rischi di sfruttamento, violenze e separazione familiare“. Lo dichiara Andrea Iacomini, portavoce dell’UNICEF Italia.

Sebbene oltre 5,5 milioni di sfollati interni siano tornati a casa e il numero complessivo di persone sradicate a causa della guerra è gradualmente diminuita da maggio, la vulnerabilità tra le famiglie resta ancora elevata se si pensa che il 46% sono famiglie con bambini dai 5 ai 17 anni” prosegue. “La guerra non mostra segni di cedimento, con i combattimenti concentrati nell’Ucraina orientale e meridionale. 

I problemi di sicurezza sono alti intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, mentre nelle zone ad est e sud del paese aumenta il rischio di epidemie e malattie  per la mancanza di acqua potabile, della scarsità dei sistemi di approvvigionamento idrico e sanitario che sono stati  danneggiati e delle continue limitazioni proprio all’accesso all’acqua. Stiamo facendo il possibile per venire incontro a tutte le necessità” “Il conflitto persiste – conclude – e il rigido inverno ucraino si avvicina rapidamente. Per i bambini vulnerabili e le loro famiglie, vista la grave situazione economica interna stiamo come UNICEF preparando un piano di assistenza generale che possa far fronte alle esigenze di tutta la popolazione specie i più vulnerabili e coloro che vivono in situazioni di grave povertà a causa del conflitto“.

A cura di Elena Giulianelli – Foto Imagoeconomica 

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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