I proprietari del locale

 

L’oceano alla base di una scelta di vita importante. Lasciare la propria attività per cimentarsi in un’altra dall’altra parte del mondo è un’impresa bella grossa ma Luca da Cesenatico ha cavalcato questa grande onda riuscendo a domarla. “E’ un must vivere sull’oceano” ci confida con la sua voce calda e serena al telefono. E non è nemmeno un caso il suo inglesismo: dalla riviera di casa nostra è partito per il Sudafrica dove si è unito al “The Cousins”, una trattoria romagnola fondata 2 anni fa da altri due cugini. Per non dimenticare le origini su una parete c’è anche una foto della nonna impegnata con mattarello e tagliere. Tutto è nato da lì, “siamo cresciuti con la pasta fatta a mano e vogliamo riproporla. Il nostro locale – spiega il 32 enne anche tour organizer per chi volesse scoprire le bellezze del Sudafrica – è l’unico specializzato nella pasta fresca all’uovo e abbiamo dovuto spiegare la differenza che c’è con il classico maccherone. I clienti vengono per mangiare strozzapreti, gnocchi, tagliatelle, tagliolini, ravioli e lasagne. Tutto fatto a mano ogni giorno, come quando eravamo bambini”.

 

Il cibo romagnolo preferito dagli abitanti del luogo?

“Il taglionino con panna e funghi servito all’interno di una forma di Parmigiano. Lo impiattiamo davanti al cliente in una sorta di piccolo show gastronomico”.

 

Cosa spinge un giovane ad emigrare in un altro paese?

“Io mi sono mosso anticipando la crisi economica che stava peggiorando sempre di più in Italia. L’attività che possedevo a Cesenatico andava ancora bene ma l’ho ceduta prima di arrivare qui. Avevo diverse mete in ballo come le Hawaii e l’Indonesia ma quando tre anni fa arrivai a Città del Capo e ne rimasi affascinato”.

 

Felice di questa scelta?

“Assolutamente sì! Il mio obiettivo di vivere sull’oceano per poter praticare kite e surf tutti i giorni è pienamente centrato. Invece che lavorare 8 mesi per soggiornare 4 ho deciso di vivere direttamente là. Dopo 2 anni ho superato tutte le difficoltà: dal reddito, alla casa e pure per il permesso di soggiorno che è arrivato di recente”.

 

Quali sono le principali differenze tra Italia e Sudafrica?

“In Italia la famiglia ha un’importanza superiore. I momenti di vita quotidiana condivisa e l’aggregazione sono valutati maggiormente, così come la genuinità dell’italiano medio. La società però si sta chiudendo nell’individualità e c’è ora paura di far entrare gente in casa propria. In Sudafrica lo stile di vita è anglosassone, il tenore è buono ma c’è un grande gap tra ricchi e i meno abbienti. Gli abitanti sono più aperti e socievoli basti pensare ai Braii”.

 

Ci spieghi meglio.

“E’ un termine Afrikans (la lingua del luogo, ndr), per identificare una specie di barbecue. In grandi ville gli invitati portano cibo e bevande e si mangia tutti insieme, tra un misto di nazionalità”.

 

Le manca qualcosa della Romagna?

“La casa e la famiglia sono importanti per me. La scelta di vita è stata drastica e a Città del Capo i primi momenti sono stati complicati ma sono riuscito a conoscere nuove persone che mi hanno fatto sentire come a casa. Ho sempre pensato che nella peggiore delle ipotesi sarei tornato dai miei cari”.

 

L’oggetto indispensabile dentro la Sua valigia?

“Il kite e le tavole da surf. Senza di loro non mi muovo!”.

 

Gli italiani in Sudafrica come sono etichettati?

“Siamo in parecchi e collaboriamo anche tra di noi. La popolazione locale ha buona stima e parlano delle nostre doti culinarie e della simpatia. Ci invitano infatti a tutte le feste. I soliti stereotipi pizza, spaghetti e mandolino sono marginali, anche se ci sono. Ad esempio c’è un negozio di abbigliamento che si chiama “Spaghetti e Mafia” ma nessuno ci fa caso”.

 

Può dare due buoni consigli per chi deve affrontare un’esperienza simile alla sua?

“E’ fondamentale non pensare a priori che possa andare male l’avventura. Occorre positività se si è veramente convinti in ciò che si fa. Inoltre sono convinto che nella propria vita le ore di svago debbano superare quelle di lavoro. Dedicare tempo a sé stessi è importante”.

 A cura di Marco Rossi

 

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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