LICYPRIYA / PERCHE’ UNA SOLA GRETA NON BASTA!

Ha appena 8 anni, ma sa perfettamente di vivere in uno dei paesi più inquinati del mondo, e si chiama Licypriya KanguiJam.
Due anni di militanza alle spalle, è una delle più giovani attiviste per l’ambiente dell’India, se non del globo.
Mentre a Nuova Delhi le concentrazioni di polveri sottili raggiungevano picchi di 810 microgrammi per metro cubo, contro la soglia dei 25 che l’OMS raccomanda di non superare, lo scorso novembre Licypriya ha continuato a chiedere al governo indiano di prendere misure per limitare le emissioni, e rendere l’aria piu’ respirabile.

La sua, ed e’ lei a sottolinearlo, non e’ una crociata personale, ma il suo sforzo e’ teso a migliorare la vita di milioni di persone che negli ultimi anni hanno visto scomparire il Taj Mahal, una delle sette meraviglie e patrimonio Unesco, inghiottito dalla nube di smog che ha coperto anche Agra.

A nulla sono valse le misure prese contro il traffico caotico, che da anni assedia le citta’ indiane, soprattutto nella capitale, una megalopoli da 20 milioni di abitanti, cui si aggiungono emissioni industriali, e fumo delle stoppie bruciate nelle fattorie, tra le piantagioni fuori dai centri abitati.

Questa donna giovanissima, inoltre, ha avuto una intuizione geniale poichè ha chiesto una cosa molto importante, e cioe’ che le lezioni sul cambiamento climatico possano diventare materia obbligatoria di insegnamento nelle scuole.
Come Greta, Lycypriya combatte una partita su scala globale,basti citare la collaborazione con l’Associazione Child Movement, finalizzata a sensibilizzare i governi e l’opinione pubblica sul tema del riscaldamento globale.
Ancora oggi piantona il Parlamento Indiano, e nelle foto che la ritraggono sui media internazionali, compare con i cartelli rivolti a Narendra Modi e all’establishment.

“Act now” e’ lo slogan piu’ ricorrente, finalizzato a che vengano approvate leggi per limitare i gas serra, ormai fuori controllo.
I suoi cavalli di battaglia sono lo studio di una normativa che possa funzionare come salvagente in un mare in tempesta, ma c’e’ dell’altro.

Ha brevettato , udite, udite, un kit di sopravvivenza chiamato Sukifu ( survival kit for the future) con mascherina e tubo collegato ad una scatola (costruita con materiale riciclato), per portare in spalla una pianta, come fonte unica di ossigeno, che nell’aria rischia ormai di diventare una rarita’.

Francamente trovo questa idea spettacolare, perche’ unisce intelletto, provocazione, e poesia!
Quando Licypriya ha indossato la sua “installazione” non e’ certo passata inosservata di fronte ai politici riuniti al Consiglio del Punjab, e grazie alla lotta portata avanti fino ad ora, il Rajasthan e’ il primo Stato ad aver introdotto le materie scolastiche di educazione ambientale.

Mi viene spontaneo, pensando a questa piccola giovanissima donna, terminare con un respiro di speranz, che e’ rivolto a cieli tersi e a mari limpidi.
Durante la quarantena abbiamo visto la natura riprendere i suoi spazi, i cieli tornare tersi, gli animali circolare in citta’, i parchi diventare rigogliosi, il mare improvvisamente cristallino.
L’assenza di traffico ha aiutato il taglio delle emissioni ma, con la Fase 2, le macchine hanno ripopolato le nostre citta’, la plastica di mascherine e guanti riaffollato l’ambiente, e il monouso tanto sotto accusa prima del Covid-19, e’ ritornato ora la regola.

L’emergenza sanitaria ha le sue priorità ma insieme alla lotta al coronavirus, non perdiamo di vista la piu’ grande emergenza globale: la sopravvivenza del nostro pianeta.

Non c’e’ niente di piu’ urgente di un futuro sostenibile, a dircelo, sono due piccole donne che, pur in modo diverso, ci stanno insegnando che” queste due crisi devono essere gestite insieme”!

A cura di Sandra Vezzani editorialista – Fotolia

[email protected]

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui