GIULIO RAPETTI MOGOL PRESIDENTE SIAE

Nei libri che leggiamo c’è sempre una voce. Si intitola “Mogol: Oltre le parole” ed è l’antologia commentata delle sue liriche scritte per grandi interpreti e musicisti della canzone italiana. A scriverlo è il grande Giulio Rapetti Mogol, l’autore più importante per la canzone italiana, la cui carriera iniziata cinquant’anni fa con una vittoria al festival di Sanremo del ’61 con Al di la’ di Luciano Tajoli, ha poi visto tante collaborazioni con i più grandi interpreti e musicisti italiani a cominciare da Lucio Battisti.

Ci sono la storia e il Dna degli italiani nei sessant’anni di testi firmati Mogol. Strofe e refrain che sono cronaca di vita, ma anche marchio indelebile di centinaia di hit diventate pilastri della cultura popolare. Ha sempre detestato essere chiamato “paroliere” , preferendogli il più preciso “autore”. Del resto un’altra definizione non c’è, o meglio, non c’era. Perchè in questi ultimi anni, sempre più frequenti e prestigiosi sono arrivati i riconoscimenti di “poeta”. L’ultimo dopo il Premio Giacomo Leopardi di due anni fa, Mogol l’ha ricevuto al Dante 2021 di Ravenna, il festival con la direzione scientifica dell’Accademia della Crusca.

Per introdurre il premio è stato anche scritto: “Cercatelo Dante, nei testi di Mogol”. Ho avuto il grande onore di partecipare al Cet (Associazione no-profit fondata da Mogol nel 1992 per valorizzare i musicisti emergenti) a un suo master dove il tema era la poesia, ed e’stata una grande emozione. La collina dei ciliegi, Vento nel vento, o Dormi amore sono di fatto poesie, nate dalla verita’, il pigiama leggero, il cuore che trema, la morte. Le bionde trecce gli occhi azzurri e poi…le tue calzette rosse. Che ne sai tu di un campo di grano, poesia di un amore profano, Come puo’ uno scoglio arginare il mare.

E respirando brezze che dilagano su terre senza limiti e confini ci allontaniamo e poi ci ritroviamo più vicini. Tu chiamale se vuoi: emozioni.

Potrei continuare all’infinito , i testi di Mogol sono letteratura italiana del Novecento. Le poesie di Mogol unite al genio musicale e all’interpretazione di Lucio Battisti hanno dato vita a capolavori, che come una colonna sonora hanno accompagnato intere generazioni a partire dagli anni ’70 del Novecento. I suoi testi raccontano emozioni quotidiane, passioni d’amore, sogni e sentimenti di tutti gli adolescenti.

Lucio resta un mito e un pezzo della nostra autobiografia collettiva scrive Marcello Veneziani. “ Nell’epoca dell’invadenza del politico e della vita collettiva , ci attaccammo a quel lieve evocare le emozioni e i mondi interiori, ci attaccammo a quelle storie d’amore, a Linda, Francesca, Anna per cantare le nostre e riabilitare l’universo a due in piena orgia collettiva” (Il Tempo, 8 settembre 2018). Per Mogol e Battisti vale senz’altro il detto di Celine: “In principio c’è l’emozione”.

A cura di Sandra Vezzani editorialista – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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