In possesso del ‘cartellino’ per disabili, col quale usufruire degli spazi predisposti al parcheggio, ancora una volta …

Io: “Signora lei ha fatto una cosa ignobile, e comunque ho fatto la fotografia e adesso la denuncio”.
La Signora: “Ma sono stata via solo cinque minuti”.
Io: “No signora, sono qui che aspetto da venti minuti”.
La Signora: “Ma …però… come si può fare?…”.
Io: “Signora, lei ha le gambe buone… si può fare che le usa per camminare… io con le stampelle posso fare meno di lei”.
“Ma… mi… mo…” e la signora se n’è andata, più o meno tranquilla… e io sono rimasto lì, impotente e inc….to nero.

N.B. Come accennato sopra, non è la prima volta che i miei diritti vengono offesi e oltraggiati, e di solito gli ‘usurpatori’ sono proprietari di macchine costose. Curioso il fatto (se n’é data notizia alla televisione, in uno dei tanti ritrovi politici) che in Inghilterra, per controllare gli evasori fiscali, partano da coloro i quali abusano del parcheggio destinato ai disabili: curioso… molto curioso.

Certo, i fatti di Parigi dovrebbero suggerire di non pensare a queste ‘piccole’ esperienze isolate, ma io non ho il potere diretto di potere fare qualcosa in merito, e allora, prendendo lo spunto dalla mia disavventura, propongo il mio ‘piccolo’ e modesto pensare… Credo fermamente che tra le tante soluzioni (non armate) per poter mettere fine agli scempi di natura religiosa (così si va narrando), che avvengono oramai sparsi per tutto il Globo, possa risultare di grande aiuto mostrare rispetto al ‘prossimo’, grazie alle piccole possibilità quotidiane che si offrono, in continuazione, come quella capitata ai miei danni ieri mattina. Non si scordi che anche lo sconfinato deserto del Sahara è composto da minuscoli granelli di sabbia, invisibili a chi non sa guardare i piccoli particolari; bene, senza quei minuscoli, spesso invisibili granelli di silicio, non ci sarebbe lo sconfinato deserto. Si cominci allora, ognuno per proprio conto, ad avere rispetto di se stessi e degli altri… qualunque sia il colore della pelle, perché come disse un Indiano d’America: “Vi sono pelli diverse, ma il sangue che scorre in tutte loro ha lo stesso colore”.

A cura di Vittorio Benini

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui