Quello dello scorso anno complessivamente è stato un buon Bologna, che nonostante diversi alti e bassi(più i secondi dei primi), alla fine ha centrato il suo obbiettivo, ossia la salvezza.
Trascinata in attacco da Destro, la squadra ha scoperto il gusto di lanciare giovani molto interessanti, grazie anche al suo allenatore Donadoni che guarda poco il nome e molto anzi moltissimo, il merito.

Gioca chi è al top e chi si allena al meglio, indipendentemente dal nome.

E allora spazio ai vari Verdi, Di Francesco e Donsah, ai quali si affiancava l’esperienza di Taider e quella di Dzemaili, vero e proprio trascinatore fino a che è rimasto in terra emiliana, insieme naturalmente a Mattia Destro.

Il vero problema è stato dietro, il reparto difensivo, bucato ben 58 volte dagli avversari.
Certo, Mirante per buona parte della stagione è stato alle prese con un grave problema, ma il sostituto, Da Costa è stato all’altezza della situazione; è stato proprio un problema di reparto, come suggeriscono anche i 60 gol incassati.

Ecco perchè la dirigenza si è saggiamente mossa sulla difesa, con gli acquisti di De Maio e quello di Gonzales, uno dei centrali più positivi della scorsa disastrata stagione del Palermo.
A centrocampo è stato preso Poli che nel Milan non ha mai trovato troppo spazio, ma nel Bologna può tranquillamente diventare un perno, l’uomo giusto per dare geometrie alla squadra in attesa della crescita di Donsah.

Il vero traguardo ed obbiettivo sarebbe però tenere i giocatori come Verdi e Di Francesco che tanto bene hanno fatto l’anno scorso.
Ripartire da loro, con la saggia gestione di Donadoni, un mentore eccellente che l’anno scorso non ha risparmiato qualche panchina a entrambi proprio per farli crescere senza montarli troppo.
La squadra che sta nascendo è un buon Bologna, che ha tutte le carte in regola per lottare sulla salvezza.

A cura di Giacomo Biondi

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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