Diego Armando Maradona (30 ottobre 1960 – 25 novembre 2020) soprannominato El Pibe de Oro (il ragazzo d’oro), è considerato uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi, se non il migliore in assoluto. Ha ridisegnato i confini del calcio. Sembra incredibile, eppure è già trascorso un anno da quando il popolo azzurro, ma in realtà i tifosi di qualunque squadra e probabilmente anche chi del calcio non è interessato, si è fermato… Diego ci aveva lasciati, per sempre. Che fosse malato era noto a tutti, ma quello che era certo è che lui lottava contro i suoi demoni interiori e fisici con tutte le sue forze.

Parole ne sono state scritte tante, anche troppe, ipotesi e voci di corridoio che ci hanno raccontato la triste storia di un uomo lasciato solo al suo destino, in un paese lontano dalla sua amata Napoli. A riprova di quanto scritto – secondo gli inquirenti – ora ci sono sette indagati tra medici, specialisti (neurochirurgo e psichiatra) e infermieri.
A noi non importa, perché la sua eredità è la certezza di aver “conosciuto” un uomo unico. Un uomo, semplice a suo modo, eppure tanto speciale da aver fermato il tempo con le sue magie. I suoi tifosi si sono stretti in un abbraccio ideale che da ogni parte del mondo è confluito a Napoli.

Perché Diego Armando Maradona era napoletano: nei pensieri, nelle parole, nel cuore immenso che tante volte ha accolto il grido di dolore e le richieste di aiuto di chiunque avesse bisogno. Tante sono state le iniziative per onorare la sua memoria, con un senso di appartenenza e rispetto. Lo Stadio San Paolo è diventato a tempo di record lo Stadio Diego Armando Maradona. E’ prevista la posizione di una statua di bronzo che presto campeggerà nel piazzale antistante allo stadio. Alla notizia della sua morte, migliaia di tifosi si riunirono proprio in quel piazzale portando fiori, sciarpe e fotografie. In piena pandemia, nonostante le stringenti regole contro gli assembramenti, per giorni Fuorigrotta è risuonata di cori e racconti. Dietro la mascherina, persone di ogni età, si sono scambiati dolore e lacrime. Un lutto collettivo che ha coinvolto, e disorientato i napoletani, ascoltando i tifosi, la sensazione era di una perdita familiare. Nei Quartieri Spagnoli, zona centrale di Napoli, è nato un vero e proprio museo a cielo aperto dedicato a lui. 

In realtà Diego è stato spesso definito il santo laico della città, il dio dei poveri: a lui, come a San Gennaro, qualcuno si è rivolto per ricevere una grazia. Basti ricordare ciò che accadde il 24 giugno 1986 a Città del Messico. Incredibile doppietta all’Inghilterra con la nazionale Argentina. Gol di mano e poi la rete più bella della storia del calcio. A caldo il Pibe dichiarò: “Non ho toccato io quella palla, è stata la mano di Dio”. Oggi, e per sempre, Maradona resterà nei sogni di ogni bambino che tira un calcio a un pallone, anche se non l’ha mai conosciuto. Il 19 dicembre durante “La subasta del 10”, che suona meglio di “Maradona all’asta”, saranno ceduti al miglior offerente tutti i suoi beni e cimeli. Che malinconia! I ricordi non si dovrebbero mai “macchiare”… 

Il vice direttore Ugo Vandelli – Foto Vittorio Calbucci Archivio storico

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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