“La Cina ha lanciato attacchi informatici contro obiettivi militari e nucleari ucraini poco prima dell’invasione russa. Il governo britannico ha confermato che il ‘National cyber security centre’ (Ncsc) sta indagando sulle accuse, che sostengono che più di 600 siti web, tra cui il ministero della Difesa dell’Ucraina, siano stati sottoposti a migliaia di tentativi di hacking coordinati dal governo cinese”.

Lo scrive l’edizione on-line del quotidiano britannico The Guardian, aggiungendo che “i Servizi di sicurezza dell’Ucraina, l’Sbu, sostengono che la Cina sembra aver avuto un preavviso dell’invasione, perché i tentativi di hacking sono iniziati prima della fine delle Olimpiadi invernali di Pechino e hanno raggiunto il picco il 23 febbraio, il giorno prima che la Russia invadesse il suo vicino”. Il giornale inglese, spiega poi che “l’Sbu ha detto che altri obiettivi degli attacchi includevano le forze di difesa di confine e la banca nazionale. I tentativi sono stati progettati per rubare dati ed esplorare modi per interrompere o spegnere la difesa e le infrastrutture civili”.

“Siamo impegnati a mettere l’Ucraina nella posizione negoziale più forte possibile continuando a fornire assistenza alla sicurezza per aiutarla a difendersi e aumentando la pressione su Putin con l’imposizione di gravi costi alla Russia. Non spingeremo l’Ucraina a fare concessioni e abbiamo costantemente affermato che gli Stati sovrani hanno il diritto di scegliere le proprie alleanze e decidere la propria sicurezza”. È quanto si legge in una dichiarazione del dipartimento di Stato americano che arriva dopo che il Times aveva riferito che un’importante fonte del governo del Regno Unito ha affermato che la Gran Bretagna era preoccupata per il fatto che Stati Uniti, Francia e Germania avessero “troppa ansia” e spingeranno l’Ucraina a “adeguarsi” per un accordo di pace.

Gli Stati Uniti hanno cominciato a consegnare al governo di Kiev dispositivi di protezione da utilizzare nel caso in cui la Russia ordinasse un attacco con armi chimiche o batteriologiche: lo ha reso noto la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki. Sono giorni che la Nato, gli Stati Uniti e altri Paesi avvertono che il presidente russo Vladimir Putin potrebbe ordinare un attacco con armi non convenzionali. “Il governo degli Stati Uniti sta fornendo al governo ucraino attrezzature e forniture salvavita che potrebbero essere schierate nel caso in cui la Russia utilizzi armi chimiche e batteriologiche contro l’Ucraina”, ha spiegato Psaki nel briefing quotidiano della Casa Bianca.

La Moldavia resterà neutrale e non si unirà alle sanzioni occidentali contro la Russia: lo ha ribadito la presidente Maia Sandu in un’intervista a Radio Free Europe, citata dall’agenzia russa Tass. “Ci sono alcune cose che dobbiamo dare ai nostri cittadini. Se lasciamo il paese senza carburante e destabilizziamo la situazione qui da noi, non servirà a nessuno. Né la Moldavia, né l’Ucraina, néi nostri partner occidentali trarrebbero beneficio da una situazione del genere”.

È arrivata a Zaporizhzhia la colonna di 42 autobus partiti da Berdiansk e carichi di abitanti di Mariupol. Secondo quanto riporta il quotidiano britannico The Guardian, sono duemila i cittadini della città assediata che sono riusciti a mettersi in salvo. Sempre secondo quanto scrive il giornale inglese nella sua edizione on-line citando il Consiglio comunale di Mariupol, “il convoglio di 42 autobus organizzato dal governo ucraino e scortato dalla Croce Rossa si è diretto dalla vicina città occupata dai russi di Berdiansk, alla città ucraina di Zaporizhzhia nel pomeriggio di oggi”. I profughi sugli autobus “erano riusciti a uscire da Mariupol e a raggiungere Berdiansk da soli, dopo di che sono stati autorizzati a lasciare il territorio controllato dai russi”.

La perdita di carburante causata dall’esplosione e dal successivo incendio a Belgorod creerà probabilmente “ulteriori problemi logistici” alle truppe russe. È l’analisi dell’intelligence militare britannica sugli ultimi sviluppi sul terreno in Ucraina e sulle conseguenze di quanto accaduto all’alba a Belgorod, in territorio russo.

Secondo il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, si sta verificando un raggruppamento delle truppe russe poiché “non possono sostenere la pressione” per continuare un assalto all’Ucraina da tre fronti. La decisione di Mosca di ridurre l’attività militare sui due fronti di Kiev e Chernihiv è arrivata in un momento in cui “le forze ucraine hanno iniziato a respingerli con successo dai villaggi e dalle piccole città sotto l’assedio di Kiev”, ha spiegato Kuleba alla Cnn. “Il motivo era perché sentivano di non poter sostenere la pressione e di non poter mantenere la prima linea intorno a Kiev”. Kuleba ha affermato che potrebbe essere indicativo del fatto che il presidente russo Vladimir Putin stia diventando più realistico sulla sua strategia militare: “Non riesco a immaginare che il ritiro delle forze russe dal nord dell’Ucraina non sia stato ordinato da lui”.

A cura di Stefano Severini – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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