Tutti morimmo a stento. E’ questo il titolo del film che la racconta la storia di Domenico Rasi e Vanzio Spinelli. Chi erano? due giovani ventenni uccisi dai fascisti nel 1944, due patrioti italiani nati e cresciuti a Cesena che si trovavano a Cattolica chiamati alla leva militare come tanti giovani dell’epoca. Il lungomare di Cattolica è stato intitolato Rasi- Spinelli, in loro memoria. Ma in pochi conoscono, fino in fondo, la storia di questi due ragazzi e così l’ associazione culturale cattolichina Cineclub Toby Dammit (che, da diversi anni, gestisce il salone Cinema Teatro Snaporaz di Cattolica), ha cercato di dare il giusto contributo a questi due combattenti per la libertà. Proviamo a farci raccontare dal regista, produttore e sceneggiatore Alessandro Nunziata (classe 1987), il perché di questo film e come è stato realizzato.

Alessandro, ci vuoi spiegare, innanzitutto, cos’è l’ associazione Toby Dammit e di che cosa si occupa?

“Il Circolo Cinema Toby Dammit è un’ associazione culturale no profit, nata da un insieme di persone che hanno cercato di mantenere viva, nella propria città, un’ alternativa ad un cinema di tipo commerciale. Purtroppo, come sappiamo tutti molto bene, le multisala sono state la causa principale delle chiusura delle piccole sale cittadine. La maggior parte delle monosale ancora in piedi, sono gestite da associazioni no profit come la nostra, oppure dalle parrocchie e dai comuni. Io come gli altri componenti della Toby Dammit pensiamo che la sala cinematografica sia un punto di ritrovo, un luogo raccolto, distante da un’ idea di consumo di un prodotto e vicine a quelle di cinema. In questi anni la nostra associazione ha gestito proiezioni estive itineranti in piccoli centri storici, in spiaggia, ma anche al Teatro Massari di San Giovanni in Marignano. Dall’estate del 2012 gestiamo il cinema Astra di Bellaria, proponendo quattro volte a settimana, proiezioni del circuito film d’ essai”.

Dopo questo escursus sulla storia della vostra associazione, ora parlami un po’ della pellicola. Come è nata e perché è stata presa in considerazione proprio la vicenda di Rasi e Spinelli?

“Beh, io credo che certe storie siano presenti nel DNA di tutti noi. Di tutte le storie nate ai tempi della guerra che mi ha raccontato la nonna materna, questa è quella che mi è rimasta più impressa nella memoria, perché al cimitero si può toccare ancora con mano il muro della fucilazione, e perché la Rocca di Cattolica dove furono imprigionati i due giovani l’abbiamo sotto gli occhi ogni giorno, qui la storia diventava tangibile. All’ età di 16 anni decisi di raccontare questa storia così come la conoscevo con un corto. Successivamente scrissi una sceneggiatura di una decina di pagine, ma non sapendo dove iniziare e come trovare i soldi, decisi di chiuderla in un cassetto. Nel 2013, riaprì quel cassetto e feci leggere quella sceneggiatura a Lorenzo Scappini ed Eleonora Calesini (altri due componenti dell’ associazione n.d.r), a cui piacque molto. Così grazie anche al gran lavoro di ricerca storica eseguito dal Presidente dell’ Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’ Italia n.d.r), della provincia di Rimini, Maurizio Castelvetro, siamo riusciti a far partire la macchina della produzione”.

Alessandro, il titolo del film da dove l’ avete preso?

“Per quanto riguarda il titolo come molti sapranno è un omaggio/citazione all’omonimo album del Maestro Fabrizio De Andrè. Il suo disco prende la parte degli ultimi della società, dei tossici, dei condannati a morte, dei suicidi. In questo album la morte del singolo è la sconfitta per la società intera. Qui sta il mio accostamento, la morte di Rasi e Spinelli è la sconfitta della società, perché il fascismo si è dimostrato impotente nel convertire i due martiri e ha dovuto eliminarli, allo stesso modo è una nostra sconfitta personale perché il popolo è rimasto impaurito a guardare sancendo così la vittoria del fascismo nella società. Il “Tutti Morimmo a Stento” del titolo siamo noi che rimaniamo a guardare, che ci nascondiamo perché quel dato pericolo è troppo grosso per noi, ma così facendo sappiamo benissimo di perdere e così non viviamo da vincitori e non moriamo da martiri, appunto moriamo a stento e dolorosamente”.

Come avete finanziato il film?

“Grazie al crowdfounding siamo riusciti a raccimolare ben 5000 euro. Proprio grazie a questa iniziativa di carattere popolare, siamo riusciti a trovare il nostro main sponsor l’ agenzia viaggi Adria Express di Cattolica. Poi, naturalmente, c’è stato un investimento da parte nostra e in conclusione ci è arrivata in soccorso anche la BCC di Gradara che ci ha permesso di chiudere il nostro budget”.

Dove avete realizzato le riprese?

“Le riprese le abbiamo fatte tra Granarola, Mondaino, Gabicce Monte, Gradara e Saludecio”.

Alessandro, per quanto riguarda gli attori? Avete fatto dei provini, oppure avete recitato voi della Toby Dammit?

“No, io sono un cane di attore. Abbiamo cercato tra le nostre conoscenze e nei laboratori di teatro come i Cinque quattrini di San Giovanni in Marignano, il Melograno di Senigallia e il Tassello Mancante di Riccione. Abbiamo tanti talenti nelle nostre zone, perciò bisogna, solamente, fare quello che le istituzioni non fanno mai: guardarsi attorno e dar spazio a chi vuole esprimersi”.

Avete partecipato a qualche Festival?

“Abbiamo provato molti festival, ma non è andata benissimo. Comunque abbiamo partecipato all’ Ariano International Film Festival che è alla sua terza edizione e anche se non abbiamo vinto, so che siamo andati alla grande”.

Se le persone volessero venire a vedere ‘Tutti Morimmo a Stento’, in quale cinema dovrebbero andare?

“Fino al 25 dicembre saremo al Cinema Snaporaz a Cattolica, poi proveremo a portarlo in tournèe”.

Avete altri film in programma per il futuro?

“Sì, ma per ora è meglio trincerarsi dietro un no comment…”.

Chi volesse rimanere aggiornato sui progetti dell’ Associazione Culturale Circolo Cinema Toby Dammit, può visitare la pagina fb e il sito: www.tobydammit.it.

A cura di Nicola Luccarelli

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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