Il nostro è un mestiere difficile soprattutto quando si è costretti a scrivere di notizie strazianti. E, il caso di Gioele non solo ci pone pesanti interrogativi che lasciano vuota la mente e arrivano direttamente a fare ragionare il cuore, ci lasciano anche sospesi nel vuoto con il pianto comune di tutto il paese.

Non lo vorremmo mai fare ma siamo costretti a scrivere che sono stati ritrovati i resti di un bambino, “al 99% è Gioele”, dicono fonti investigative, ma servirà l’esame del Dna. I resti del bimbo sono sparsi su una vasta area, trascinati da animali selvatici.

E’ un macabro racconto quello che sta accompagnando il ritrovamento dei resti del piccolo Gioele. Secondo gli investigatori “con ogni probabilità il corpo del bambino è stato trascinato qui solo di recente, altrimenti non si spiegherebbe perché il suo corpo sia stato trovato smembrato: in una zona la testa e gli indumenti, in un’altra zona il tronco senza arti”.

E’ arrivato il carro funebre con a bordo la bara per ricomporre i resti del piccolo Gioele. Quattro uomini della polizia scientifica stanno portando la bara nel luogo del ritrovamento. I resti ossei saranno adagiati nella bara e trasportati all’istituto di medicina legale per l’autopsia e per l’esame del Dna che dovrà servire a fugare ogni dubbio sull’identificazione della vittima.

Il procuratore
“Fino a questo momento possiamo parlare di resti compatibili con un bambino di circa 3-4 anni. Non possiamo dare per ora risposte definitive”. Lo ha detto il procuratore di Patti, Angelo Cavallo, dopo il lungo sopralluogo, durato quasi 5 ore, nella collina di Caronia dove sono stati trovati i resti ossei che gli investigatori ritengono essere di Gioele Mondello, a 200 metri dall’autostrada Messina-Palermo e 400 dal traliccio sotto il quale è stato trovato il corpo della madre Viviana Parisi. Il magistrato ha detto che “l’autopsia sarà effettuata in tempi brevi, e che serviranno per l’identificazione accertamenti medico-legali e l’esame del Dna”.
“Abbiamo sempre pensato che il bimbo fosse qui, per questo abbiamo continuato e insistito con le ricerche da queste parti”.

Cavallo: “Perdono quota piste familiari”
“Le indagini e le ricerche sono state effettuate in condizioni difficili. Sono state fatte varie ipotesi, se ne sono rafforzate alcune, ne sono cadute altre. Stiamo lavorando da 16 giorni e continueremo a farlo”. Lo ha detto il procuratore di Patti, Angelo Cavallo. Sollecitato dai giornalisti, il magistrato ha detto che “perdono quota le piste riconducibili ad ambiti familiari”. Così come quella dell’attacco da parte di animali che avrebbero martoriato il corpo del piccolo – trovato smembrato, con la testa lontana dal tronco e dal femore, individuati insieme a un ciuffo di capelli o di peli – quando non poteva più difendersi. “Lasciateci lavorare – è stato l’appello”. Il procuratore ha sottolineato che “finora è solo possibile dire che i resti trovati sono compatibili con un bambino di quell’eta’”, ma che serviranno altri accertamenti medico-legali e l’esame del Dna, E ancora: “Ci stringiamo alla famiglia e continueremo a lavorare e andare fino in fondo in questa storia triste”. “A breve mostreremo ai familiari gli oggetti trovati sul posto per un primissimo riconoscimento, indumenti che sarebbero del bimbo, non riconducibili alla madre. Poi si procederà alle necessarie comparazione del Dna e agli accertametni medico-legali”.

I ritrovamenti
Anche la testa del bimbo è stata trovata, ma a decine di metri dal punto in cui sono stati individuati gli altri resti ossei segnalati in prima battuta stamane nel sedicesimo giorno di ricerche del piccolo Gioele. Una scena straziante quella emersa tra i cespugli della collina di Caronia, a circa 200 metri dall’autostrada Messina-Palermo e alcune centinaia di metri dal traliccio dove è stato rintracciato il cadavere di Viviana Parisi. Elementi che fanno pensare all’azione di animali come cani randagi e cinghiali che avrebbero trascinato e smembrato il piccolo cadavere che per gli investigatori è quasi certamente di Gioele.

Il carabiniere volontario
E’ stato un carabiniere in congedo a ritrovare i resti umani di un bambino che “quasi certamente” appartengono al piccolo Gioele. Il suo nome è Giuseppe Di Bello e ha 55 anni. E’ originario di Capo d’Orlando (Messina) e stamattina è arrivato con un amico, Francesco Radici che lo ha accompagnato nelle campagne di Caronia. “E’ stato un dono di Dio”. Così Giuseppe Di Bello, risponde ai cronisti che gli chiedono come abbia fatto a trovare il corpo che da giorni si stava cercando. “L’ho trovato dove gli altri non lo hanno cercato”, ha aggiunto Di Bello, spiegando di aver fatto il ritrovamento alle 10.28 e che il corpicino era “straziato da animali selvatici”.

I soccorritori: “Scena straziante”
“E’ stato straziante vedere quel tronco di bambino senza arti, con un pezzetto di femore e null’altro”. Lo racconta uno dei soccorritori che si trova nel luogo del ritrovamento dei resti umani da bambino Nelle campagne di Caronia. “C’è anche un ciuffo di peli, non si sa se sono del bimbo o di un animale – dice il soccorritore- accanto ai resti”. Sul posto ancora il procuratore di Patti, Angelo Vittorio Cavallo, con il medico legale e la polizia scientifica.

Sul luogo dove sono state trovati i resti ossei e tracce di indumenti si sono recati anche i familiari del piccolo: il padre Daniele Mondello, la zia Mariella e il nonno paterno Letterio. A loro stanno per essere mostrati gli indumenti strappati, tra cui una magliettina, che potrebbero costituire la conferma del tragico ritrovamento.

Questa di Gioele è una storia tristissima. Che sconvolge tutti.
Con un grosso nodo alla gola mi chiedo quanta fede occorre per salvare, proteggere creature indifese ed innocenti?

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Ansa

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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