Nelle conclusioni approvate ieri a Bruxelles da parte dei ventotto ministri del Consiglio Affari esteri Ue, si legge in maniera chiara che “l’inequivocabile rifiuto della pena di morte è un elemento essenziale dei principi di base dell’Unione europea”. Ciò significa che alla Turchia si domanda “la piena osservanza dell’ordine costituzionale e sottolinea l’importanza del prevalere dello stato di diritto”, si legge ancora nel testo.

“Nessun paese può diventare Stato membro dell’Ue se introduce la pena di morte, questo è molto chiaro” ha sottolineato la Mogherini.

Dopo il fallimento del colpo di stato militare, l’Ue condanna il tentativo e allo stesso tempo “chiede che le autorità turche mostrino moderazione, anche la polizia e le forze di sicurezza. Tutto deve essere fatto per evitare ulteriore violenza, per proteggere le vite e ripristinare la calma”.

Le tensioni, tuttavia, non sono certo scomparse. Unione Europea e Turchia sono davanti ad un bivio fondamentale e imboccare una strada piuttosto che l’altra potrebbe modificare per sempre le sorti e le fondamenta dell’Europa.

In un momento storico delicato come quello che stiamo affrontando, viene da chiedersi se a qualcuno dei politici europei sia balenata in testa l’idea di prendere le distanze dai metodi repressivi post golpe: in fondo, perché la Turchia dovrebbe entrare a tutti i costi nell’Ue?

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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