Una partenza di cavalli da corsa all'Ippodromo di Cesena che ha compiuto 100 anni di storia

Aristarco Benelli era diventato Guardian of the Hippodrome del Mincio grazie alla sua Laurea in Psicologia Equina, ottenuta a pieni voti all’Ateneo Lester Keith Piggott di Wintertage. Esattamente come i suoi amati cavalli, sul piano psicologico Aristarco era infatti un uomo timido e piuttosto pauroso, che, se poteva, si sottraeva volentieri alla fatica.

Non era dunque un uomo del fare ma bensì del pensare. In occasione del centenario dall’apertura al pubblico dell’Ippodromo, pensò di proporre una serie di eventi celebrativi chiedendo collaborazione al Museo Storico del Trotto di Civitanova Marche e contemporaneamente al Museo della calza (sezione OMSA) per organizzare una sfilata vintage di calze (Orsi Mangelli Società Anonima), dagli anni ’50 agli anni ’90 questo per evidenziare il ruolo del conte Paolo Orsi Mangelli nativo di Forlì, fondatore del noto marchio legato all’industria tessile e conosciuto come Il padre del trotto italiano.

Per il lancio della sfilata, della quale si era occupato anche del battage pubblicitario scomodando un regista, François Truffaut, le cui opere, per Aristarco, non avevano segreti. Le gambe delle donne sono dei compassi che misurano il globo terrestre in tutte le direzioni, donandogli il suo equilibrio e la sua armonia, frase pronunciata da Bertand Morane protagonista di L’uomo che amava le donne. Aveva pensato anche alla parte ludica, rispolverando il lancio del ferro da cavallo, gioco molto in voga agli inizi del secolo scorso, e a quella letteraria e cinematografica con proiezioni in arena e presentazioni di libri a tema.

Quando consegnò il progetto al dott. Violante Categorico, Presidente dell’Ente Equestre Estremo, gestore dell’Ippodromo del Micio, quest’ultimo, lo apostrofò malamente invitandolo a non prendere iniziative private non richieste e a restare confinato nel suo mondo fatto di cavalli, gatti e cani che vivono in simbiosi e in armonia, biada, fieno e paglia. Aristarco, che soffriva sin dall’infanzia di scopofobia, si ritirò sconsolato nella sua guardiola certo d’aver proposto un progetto per nulla accattivante. Nel frattempo, nell’ufficio del Presidente, si presentò la giovane compagna d’origine francese, Brigitte Goncourt, con fisico da modella e una particolarità abbastanza visibile: la lunghezza delle gambe. Su un metro e ottanta di altezza le sue gambe misuravano un metro.

Sfogliando il progetto lasciato sulla scrivania da Aristarco, rimase folgorata dall’idea non solo della sfilata, ma di tutto il programma legato all’evento celebrativo. Bastò un sorriso, un occhiolino e una carezza per convincere il vecchio marpione a mettere in pratica il tutto. La giovane mannequin parigina chiese che fosse proprio l’ideatore a seguire l’intero evento mentre lei si sarebbe ritagliata il ruolo di fashion event manager, forte del suoi precedenti da image consultant e style strategist, per seguire e presentare la sfilata. Tutto era pronto per l’inaugurazione quando Aristarco, che nel frattempo aveva letteralmente perso la testa per la giovane Brigitte, la prese tra le braccia, la gettò nella navicella della mongolfiera, noleggiata dall’organizzazione con un involucro che pubblicizzava la marca delle calze, salì anche lui, sciolse la cima di ormeggio e azionò il bruciatore al massimo. L’areostato, in men che non si dica, sparì dall’orizzonte ottico degli increduli spettatori. Li ritrovarono dieci giorni dopo alle pendici del Monte Cavallo, sulle Prealpi Bellunesi, e i primi soccorritori che raggiunsero la navicella, sentirono la voce di Aristarco che ripeteva in loop: Òs-cia ac gambi!

A cura di Marco Benazzi – Foto Vittorio Calbucci archivio storico

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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