Emanuele Carpentieri nasce a Milano, Quartiere Ortica, il 13 marzo 1967, da Fulvio, farmacista noto per aver creato una lozione naturale miracolosa anticaduta dei capelli a base di uovo, barbabietola e olio di ricino e Floriana, narratrice di punta della casa editrice “Hot Love” specializzata in romanzi erotici, una Fran Lebowitz che non ce l’ha fatta.

All’età di quindici anni, Emanuele, “Manuel” per gli amici, viene colpito da alopecia areata totale perdendo, in poco tempo, tutti i capelli. All’epoca, Manuel suonava in una band fondata con altri tre amici, Massi, Gigio e Gage, che proponeva musica progressive sulla falsa riga di quella che proponevano anni prima “Le Orme”, il loro punto di riferimento culturale. Per Manuel, ritrovarsi con la pelata con il ruolo di cantante di un gruppo di rock progressivo, fu una sorta di tragedia greca attualizzata negli scanzonati, colorati, incoscienti anni ottanta. Come per Sansone, la cui testa non doveva conoscere rasoio, stando alle parole che l’Angelo del Signore usò per sottolineare la sua consacrazione ancor prima che nascesse, Manuel aveva nelle sue sette lunghe trecce, il centro nevralgico della sua forza comunicativa, forza che non avrebbe mai più ritrovato.

Il suo destino di rocker sembrava essersi interrotto come un coito che ti regala una prostatite. I tre amici nonché componenti della band rimasta orfana del suo frontman, cercarono una via d’uscita a quel labirinto di Cnosso e la trovarono grazie alla sorella di Gage, Camilla, la quale amava portare parrucche di ogni taglio e colore. Manuel accettò, non prima d’aver discusso animatamente con i tre amigos di sempre. Tra le tante opzioni, quella a lui più congeniale, era su un modello lungo 25 pollici con radice nera, di capelli marroni sintetici con il Bang spuntato. Quando la indossò, d’improvviso la sua verve tornò a palesarsi e la voglia di spaccare il mondo scacciò i momenti di sconforto. La Band, nell’arco di quarant’anni, divenne una delle più seguite del panorama europeo, adorata dai cugini d’oltralpe.

Nell’estate del 2022, “I Maccabei”, su richiesta ufficiale del loro leader indiscusso, entrarono in modalità stand-by mentre Manu si ritirò all’isola dei pescatori, sul Lago d’Orta, per creare il suo primo lavoro da solista. Ogni mattina, via barca, raggiungeva “Lo scoglio di Malghera”, si sistemava nella tenda da campo che si era fatto montare dalla casa di produzione, protetto dalla vegetazione rigogliosa e stimolato dalla tenera compagnia dei gabbiani del lago, componeva testi e musiche privo totalmente delle distrazioni dovute alle apparecchiature tecnologiche. Terminato il lavoro culturale, venne contattato dalla produzione del Musical “Hair” per interpretare il ruolo di Claude Hooper Bukowski nella rivisitazione del prodotto più importante della controcultura hippie degli anni sessanta. Era finalmente giunto il momento della svolta personale, della morte artistica del giovane Manuel che lasciava il posto a Manuel Carp, l’uomo nuovo del panorama musicale europeo, del taglio definitivo del cordone ombelicale che lo legava agli amici “Maccabei”, quando accadde l’imprevedibile.

L’ultimo modello di parrucca che acquistò, pagandolo peraltro profumatamente, gli procurò dermatiti e tumefazioni in alcune zone del viso. Si trattava di una forma allergica che diede luogo a fenomeni irritanti sulla cute e il medico al quale Manuel si rivolse, gli consigliò di non indossarla almeno fino a guarigione avvenuta. Naturalmente la sua chance volò via come una piuma trascinata dal vento, e lui si senti vuoto. In soccorso arrivarono Massi, Gigio e Gage proponendogli di partecipare alle selezioni per il ruolo di zio Fester nella riedizione italiana del celebre Musical basato sulla famiglia Addams, creata da Charles Addams per le vignette sul quotidiano “The New Yorker” alla fine degli anni trenta. Colpito e affondato!

A cura di Marco Benazzi – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui