Torino è definita per eccellenza una delle città più magiche al mondo, le sue origini sembrerebbero ricondurla all’epoca Egizia e secondo alcuni studiosi fu fondata da Fetonte, figlio di Iside, dea della Magia.

Nel sito del Comune sono presenti dei testi della giornalista G. Dembech intitolati “Torino Città Magica, I e II volume”, nei quali viene spiegato che Torino fu definita “esoterica” per eccellenza, perché è attraversata da energie particolari e racchiude in sé tratti di magia bianca e nera, ovvero magia buona e cattiva. A tal proposito essa venne inclusa nel triangolo della magia bianca assieme alle città di Praga e Lione e nel contempo venne anche inserita nel triangolo della magia nera con le città di Londra e San Francisco.

Torino si trova nell’esatta metà dell’emisfero boreale, precisamente al 45° parallelo e sorge nell’incontro di due fiumi molto importanti, il Po e la Dora che simboleggiano le polarità del maschile e del femminile, del Sole e della Luna, oltre alla rappresentazione archetipica dell’acqua, vista come elemento energetico positivo che riconduce alla Vita e alla rinascita, raffigurando anche “il continuo fluire dell’esistenza”.

Camminando semplicemente per la città si possono notare palazzi adornati con immagini molto particolari quali draghi, meduse, serpenti e svariati simboli occulti. Un esempio si trova in Via Lascaris che ospitava in passato una Loggia Massonica, (oggi sede di una banca) dove si intravedevano delle strane fessure a forma di occhi, che servivano in realtà come canali di areazione sotterranei, ma la credenza cittadina volle attribuire le fessure agli occhi del diavolo. Per anni la città ospitò anche messe nere, finché l’amministrazione comunale fece chiudere il Mausoleo della Bela Rosin, luogo di maggior richiamo per questo tipo di rituali, trasformandolo successivamente in biblioteca.

Tra i monumenti più importanti e famosi di Torino vi è la Mole Antonelliana, opera dell’architetto Antonelli dal quale prende il nome; secondo gli esperti di magia bianca l’edificio fungerebbe da enorme antenna che irradia energia positiva alla città. Una leggenda racconta che la Mole custodisca il Sacro Graal, poiché una delle due statue poste davanti alla Chiesa della Gran Madre, per l’appunto la statua della Fede (che solleva un calice e tiene una Bibbia in grembo) avrebbe lo sguardo rivolto verso lo stabile, l’altra statua rappresenterebbe simbolicamente invece la Religione.

Il nome della Chiesa fu ripreso dalla cultura pagana dove la Grande Madre simboleggiava l’archetipo del femminile e della sua natura creatrice nei vari Regni (vegetale, animale e umano) oltre a quella riproduttiva. Addirittura Nietzsche in una sua lettera riporta di “aver circondato la Mole Antonelliana nello Spirito con un immenso spazio” da quanto percepiva le sue vibrazioni energetiche.

La Sacra Sindone è un altro aspetto mistico di Torino, custodita nel Duomo di Torino dal 1578, si tratta di un lenzuolo di 4,36 metri per 1,11 metri che reca impressa un’impronta umana attribuita dalla tradizione religiosa a Gesù Cristo. Secondo alcuni il telo avrebbe avvolto il corpo di Gesù dopo la sua morte, anche se studiosi da tutto il mondo hanno confermato che si tratta solo di una credenza, poiché il telo corrisponde ad un’epoca diversa da quella di Gesù e, come spiega anche la Chiesa si tratta solamente di una “icona” religiosa.

Torino fu anche la sede di una delle più importanti dinastie d’Europa, Casa Savoia, la quale ebbe diversi collegamenti con il mondo dell’alchimia e dell’esoterismo; i Savoia fecero costruire nel tempo cinque edifici che vanno a tracciare delle linee immaginarie fino a formare un pentacolo. I palazzi costruiti furono: la Reggia di Venaria, il Castello di Moncalieri, il Castello di Rivoli, la Basilica di Superga e la Riserva di caccia di Stupinigi.

Dal punto di vista alchemico Torino ospitò anche personaggi illustri come Nostradamus, Cagliostro, Fucanelli, Paracelso e il Conte di Saint-Germain. Inoltre oltre ai simboli che si trovano nei monumenti, la città è attraversata da gallerie, cunicoli e cripte; tra queste vi sono anche delle grotte che secondo alcuni sono le porte per raggiungere altre dimensioni o stati di coscienza. Piazza Castello infatti conserva dei sotterranei insiti di segreti, nascosti tra Palazzo Madama e Palazzo Reale, nei quali risiedono le Grotte Alchemiche, dove in epoca antica i grandi alchimisti utilizzarono il loro potere per agire sul tempo, sulla materia e sui fenomeni sincronici, per meglio dire “un viaggio tra passato, presente e futuro”.

Piazza Statuto è uno dei luoghi più negativi della città, sembra che gli antichi romani avessero collocato in questa zona la necropoli e la Vallis Occisorum, cioè il patibolo dove venivano giustiziati i criminali. Inoltre sempre al centro della piazza vi erano le fognature dette anche bocche dell’inferno. Un monumento molto famoso in questa piazza è la Fontana del Frejus, dedicata ai minatori caduti durante i lavori del traforo, ma dal punto di vista dell’occultismo, il Genio Alato in cima alla fontana rappresenta una guida delle forze oscure che sfidano le forze benevole dell’oriente, simboli di Luce e rinascita.

Precedentemente sulla sommità della fontana era stata collocata una stella a cinque punte che poi fu rimossa. La stella infatti denota un emblema benevolo di protezione oltre a rappresentare i cinque elementi alchemici: acqua, aria, terra, fuoco e spirito.

Vicino a Piazza Statuto si trova un luogo denominato Rondò della Forca, chiamato così a causa delle esecuzioni capitali che avvennero tra il 1835 e il 1853. Le esecuzioni furono poi spostate in Piazza San Carlo e Piazza Vittorio Emanuele, luoghi più vicini alle prigioni e grandi abbastanza da poter contenere un maggior numero di persone. All’angolo con Corso Regina Margherita è collocata la statua di San Giuseppe Cafasso, sacerdote che sosteneva dal punto di vista spirituale i condannati a morte prima dell’esecuzione, la sua statua identifica il punto esatto in cui una volta era posizionato il patibolo. Poco distante vi è la dimora dell’ultimo boia della città, Piero Pantoni.

Altro luogo interessante dal punto di vista magico è il portone del diavolo di Palazzo Trucchi di Levaldigi, il quale è formato da un battacchio centrale che raffigura un demone con due serpenti; il battacchio sembra “analizzare” ogni persona mentre bussa alla porta. Fu costruito dal Ministro delle Finanze di casa Savoia e in passato fu sede della Reale Fabbrica dei Tarocchi, oggi ospita un istituto bancario. Secondo una leggenda il portone sembra essere stato edificato in una sola notte ad opera del diavolo, dal quale prende il nome.

Il fatto sembra dovuto ad un apprendista stregone che invocando inutilmente Satana, sempre secondo la leggenda, fu imprigionato dietro la porta. A tal proposito si avvalorò l’ipotesi che il Maggiore Melchiorre Du Perril, nel 1817 scomparve tra le due pareti e fu ritrovato vent’anni dopo.

Un altro esempio di luogo magico lo troviamo in Piazza Solferino che ospita una particolare fontana in bronzo di origine massonica, rappresentata da quattro statue, due di carattere maschile che raffigurano l’autunno e l’inverno, entrambe che versano acqua dagli otri (simbolo di conoscenza), e due femminili che rappresentano la primavera e l’estate (simbolo di amore sacro e profano). La fontana avrebbe dovuto essere collocata davanti al Duomo nel 1929 ma non incontrò l’approvazione della Chiesa per le sue simbologie pagane.

Torino è quindi una città magica sotto tutti i punti di vista, non solo per la sua straordinaria bellezza ma soprattutto perché il mistero si è incanalato in questo luogo in ogni forma, dimensione e tempo.

A cura di Barbara Comelato – Foto The Tips

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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