Continuano a salire i numeri delle vittime del terremoto che ha colpito Turchia e Siria: si parla adesso di poco meno di 41mila decessi. Di questi, 31.643 nello Stato di Ankara e circa 9.300 in Siria, come reso noto dal responsabile regionale emergenze dell’Oms, Rick Brennan. Mentre si scava tra le macerie per recuperare altri possibili superstiti, il presidente turco Erdogan si è mosso per individuare chi potrebbero essere i responsabili delle migliaia di vittime e degli edifici rasi al suolo. In tutte le zone colpite dal sisma, più di 100 costruttori edili – su 131 sospettati identificati – sono stati arrestati con l’accusa di aver violato le leggi turche in materia di costruzioni introdotte dopo il terremoto del 1999. Intanto, la fase di soccorso sta “volgendo al termine”, come ha dichiarato oggi il capo degli aiuti delle Nazioni Unite, Martin Griffiths, durante una visita alla città di Aleppo, ne Nord della Siria.

Una donna è stata estratta viva dopo essere stata 180 ore, 7 giorni e mezzo, sotto le macerie nel quartiere Subat di Kahramanmaras. Un bambino di 6 anni e una donna di 70 anni sono invece stati estratti vivi e fuori pericolo dalle macerie di dur appartamenti di Adiyaman e di Antakya, dopo 178 ore dal sisma. L’agenzia turcaAnadolu ha riferito poi del salvataggio di un uomo 35enne, estratto dopo 177 ore dai resti dei palazzi crollati sempre ad Adiyaman. I media turchi segnalano poi il ritrovamento di una donna di 40 anni, trovata sotto le macerie a Gaziantep e salvata dopo 170 ore dal disastro, e un’altra recuperata viva dopo 175 ore del terremoto. Nella giornata di ieri, domenica 12 febbraio, un bambino di sette mesi è stato messo in salvo nel distretto di Antakya, nella provincia meridionale turca di Hatay. È rimasto intrappolato tra le macerie per 140 ore.

A cura di Elena Giulianelli – Foto ImagoEconomica 

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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