Per l’ottava volta in carriera tocca a Roger Federer l’onore di inaugurare il campo centrale, come da tradizione una responsabilità affidata – nella giornata d’apertura dei Championships – al campione uscente.

Eppure, nonostante la consuetudine, il campione svizzero non nasconde un po’ di tensione alla vigilia dell’esordio della 132/a edizione del più prestigioso torneo di tennis. “Giocare per primo sul Campo Centrale è sempre qualcosa di molto importante che non ti può lasciare indifferente – le parole di Federer, favorito numero 1 a Wimbeldon – Non solo per la storia e le partite mitiche che sono state giocate su quel campo. Ma anche perché non ti puoi allenare sul Centrale e dunque impieghi qualche game prima di trovare le giuste sensazioni”.

Il serbo Dusan Lajovic non sembra però un avversario in grado di impensierire l’otto volte re di Wimbledon che nel 2018 ha già vinto uno Slam, in Australia. “Credo che l’esperienza mi possa dare una mano perché aiuta a gestire la tensione. Ma non sempre va così. L’anno scorso, per esempio, nei primi turni ho sofferto tanto la pressione, e non riuscito a liberarmene”. Eppure davanti ai taccuini Federer non potrebbe apparire più calmo e rilassato: il riposo di tre mesi dopo Miami sembra averlo rigenerato. Disponibile, sorridente, persino lusingato dai complimenti di una giornalista (“ti trovo addirittura più bello dell’anno scorso”).

“In verità all’inizio della settimana mi sentivo un po’ stanco, forse perché tra Stoccarda e Halle ho giocato nove incontri in 12 giorni.

Ma rivendico la scelta di avere saltato la stagione sulla terra rotta. Ho fatto benissimo perché ho trascorso tre mesi fantastici, tra vacanza famiglia e allenamenti”. Dopo la finale persa ad Halle, Federer è volato direttamente a Londra, allenandosi spesso con giocatori juniores. Se l’All England Club festeggia i suoi primi 150 anni, quest’anno ricorre il decimo anniversario della finale epica contro Rafa Nadal.

“Resta una grande partita, e in un certo senso credo che mi abbia anche aiutato, ad essere percepito come un essere umano. Ma sinceramente del match in sé non ricordo più granché. Da allora ci siamo affrontati altre volte, e fortunatamente spesso è finita in maniera diversa”. Potrebbe succedere anche tra due settimane, nella finale più attesa.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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