La notizia che tutti gli utenti aspettavano da mesi: il rimborso per le bollette a 28 giorni deve essere automatico e non devono essere i singoli clienti a farne richiesta. A deciderlo il Consiglio di Stato con una sentenza pubblicata il 5 febbraio 2020. Anche in questa occasione, come nelle sentenze precedenti, il Consiglio di Stato dà ragione all’Agcom che aveva obbligato gli operatori telefonici a rimborsare prontamente gli utenti.

A chiamare in causa l’organo amministrativo è stata Vodafone, che aveva presentato ricorso contro la delibera dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni che prevedeva il rimborso automatico. Secondo il Consiglio di Stato, il passaggio alla tariffazione a 28 giorni è stato un gesto “sleale” e che è andato contro i diritti dei clienti. E per questo motivo il rimborso deve avvenire immediatamente e senza la richiesta formale. Negli ultimi mesi, infatti, gli operatori telefonici hanno messo in piedi dei piani di storno che prevedono in alternativa al rimborso monetario, l’attivazione di servizi premium. E tutto avviene sui siti internet o chiamando il servizio clienti: se un utente non è a conoscenza della notizia, non riceve il rimborso.

Bollette a 28 giorni: come chiedere il rimborso
Finora per ottenere il rimborso dei giorni erosi con la fatturazione a 28 giorni devono essere gli stessi utenti a richiederlo tramite gli strumenti messi a disposizione dai vari operatori. Con la sentenza del Consiglio di Stato cambia tutto e definisce come devono essere effettuati i rimborsi: in via automatica.

Una decisione che molto probabilmente non farà piacere agli operatori telefonici, ma che stabilisce una volta per tutti un criterio preciso. Inoltre, il Consiglio di Stato ha stabilito che l’Agcom ha il potere per imporre alle aziende le proprie decisioni. L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni era pronta a scendere in campo per far rispettare la delibera multando i singoli operatori.

Tariffazione a 28 giorni: chi ha chiesto il rimborso
Secondo i dati raccolti dal quotidiano La Repubblica, finora solo il 5% degli aventi diritto ha inviato la richiesta di rimborso. Ora la percentuale dovrebbe avere un’impennata e arrivare fino al 100%, se gli operatori decideranno di rispettare la sentenza dell’ente amministrativo.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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