In futuro gli arbitri spiegheranno le decisioni prese guardando il monitor in diretta, i format delle competizioni saranno modificati e il gol in trasferta non varrà più il doppio.

Il calcio si muove in fretta da quando ha sdoganato il Var e non ha più paura di mettere in discussione le regole dello sport. A volte cambia per correre dietro ai soldi, ma a volte ha motivazioni più romantiche. Come dimenticare il passato. La futuribile revisione dei tornei, a partire dal 2024 è politica, l’evoluzione del Var che può portare l’arbitro a comunicare con il pubblico come succede, per esempio, nel Superbowl è affidata alla tecnologia e all’abitudine a usarla. Serve tempo e non pochissimo. Mentre il valore delle reti fuori casa, entro due anni al massimo, sarà livellato e passerà al turno successivo, com’è giusto che sia, chi fa più gol. La legge della trasferta oramai va stretta a tanti. Sulla modifica deciderà il Congresso Uefa che per il momento ha costituito una commissione di studio sul tema. Aveva senso quando ogni nazione giocava con palloni diversi, quando i campi avevano dimensioni variabili, quando non si sapeva nulla nel posto dove si andava a giocare. Parliamo di un’altra era. Oggi è solo un’ingiustizia.

Quell’ingiustizia ha deciso risultati, tattiche, eredità, vittorie e fallimenti. C’è, esiste e convince sempre meno, soprattutto gli allenatori. Non si ricordano frustrazioni personali, ma pensiamo al derby Inter vs Milan nel 2003, giocavano entrambe in casa, in condizioni che conoscono a memoria, con un pubblico misto. Che senso poteva avere essere in trasferta? Anche quando la regola non decide, condiziona: testa, schemi e morale. Per ridarle significato bisogna tornare indietro, al bianco e nero degli anni sessanta, al tentativo di livellare sfide tra mondi diversi. Oggi che il calcio è globale si parte da una lingua comune e da stadi che non possono essere una sorpresa, da palloni testati e uniformati dallo sponsor. La trasferta cambia l’ambiente, non la competizione. La regola è nata nel 1965 con il primo test del gol in trasferta in Coppa delle Coppe.

Nel 1967 ha debuttato in Coppa dei Campioni. Nel 1970 è entrata in vigore in tutti i tornei Uefa. Nel 2014 c’è stato il primo incontro fra allenatori per discutere l’abolizione. Nel 2019 si è iniziato seriamente a parlare della cancellazione della regola perché il pallone sa di non avere più bisogno di restare per forza incollato alla tradizione e si pensa davvero a rimuoverla. E non servono i saggi dell’IFAB (International Football Association Board) o le sacre scritture: basta la maggioranza in un Congresso, uno dei prossimi. 

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Ansa

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Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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