A Firenze, città molto passionale e innamorata di calcio, si respira un’aria un pò surreale.
Quella di una città tutta schierata contro l’allenatore della propria squadra, colpevole a dire della gente di errori madornali nella gestione delle partite che stanno costando scottature difficili da digerire.
Prima la dolorosa eliminazione dall’Europa League contro il Borussia, quello meno famoso, un avversario tosto, ok, ma non certamente inarrestabile; poi il fatto di ieri sera con la partita contro il Torino praticamente già vinta nel primo tempo, e poi vanificata nel secondo con due errori che sono costati la doppietta di Belotti ed il conseguente pareggio.
Dopo il fischio finale i Viola sono stati fischiati, ma la società è stata chiara: salvo clamorosi ripensamenti Paulo Sousa non si muove fino a fine stagione.
Che senso avrebbe, infatti, mandare a casa un allenatore col contratto fino a fine stagione e prendere poi un traghettatore, specie senza obbiettivi per cui lottare?
Per l’anno prossimo sembra già stato bloccato Giampaolo che sta facendo discretamente con la Sampdoria.
Non che l’attuale tecnico portoghese abbia fatto male: ha portato la Fiorentina a respirare aria europea, anche con sfide importanti, pur in Euro League(come quelle con Roma, Totthenam e Siviglia); ha lanciato giocatori importanti come Kalinic, Bernardeschi e Chiesa e ha offerto un gioco, specie in fase offensiva, come si è visto anche ieri sera, davvero divertente.
Il problema sono le troppo reiterate amnesie difensive che hanno portato a sconfitte o non vittorie scottanti, che il pubblico non riesce più a sopportare.
La domanda da porsi però è inevitabile. Sicuri che la colpa sia solo del portoghese? Un tecnico ha la squadra tra le mani è vero, ma deve fare il meglio coi giocatori che ha. E di meglio questa Fiorentina non può fare.
Portiere a parte, forse Sportiello meriterebbe maggiore fiducia al posto di Tatarasanu, la difesa viola è più che rivedibile.
Non c’è (più) un leader che prenda la squadra per le mani e le detti i tempi di gioco. Gonzalo Rodriguez ormai non è più quello delle prime esaltanti stagioni, così come Astori.
Sulle fasce un disastro, con Milic, Olivera, Salcedo e tutti gli altri non certamente all’altezza di una squadra di questo potenziale.
Benino il centrocampo, un pò troppo muscolare però con Badelj e Vecino, non proprio due fenomeni coi piedi anche se due buoni giocatori.
L’unico reparto su cui forse non si può discutere è l’attacco con Saponara Tello Borja Valero che fanno quello che possono, coadiuvati dalla fantasia di Bernardeschi e dal cinismo di Kalinic che segna quasi sempre ma che non può fare miracoli da solo.
Il vero problema dunque è la mancanza di alternative, soprattutto dietro, ma anche davanti.
Basta pensare che la riserva dei due centrali titolari è De Maio(acquistato chissà per quale ragione) che non viene nemmeno fatto giocare, scalzato da Sanchez che non è nemmeno difensore.
L’alternativa a Kalinic è Babacar che è sempre stato e forse sempre rimarrà una promessa inesplosa.
E’ come paragonare Morata a Zaza quando i due giocavano nella Juve, come qualità del cambio. Prima c’era Zarate altro giocatore che definire scostante è un eufenismo.
Detto questo Sousa ha le sue colpe, ma forse non tutte le brutte figure della sua squadra sono dipese da lui.

A cura di Giacomo Biondi.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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